C’è una canzone per bambini piuttosto nota, scritta da Gianni Rodari e musicata da Sergio Endrigo, che inizia così:
Per fare un tavolo ci vuole il legno,
per fare il legno ci vuole l’albero.
Nulla di più vero e di più educativo, soprattutto se si è alti all’incirca un metro. Poi però crescendo, si scopre che non tutti i tavoli sono per forza fatti di legno, ma soprattutto che gli alberi non servono solo a quello.
Paul Smith, segretario della Botanic Gardens Conservation International (BGCI), ha realizzato un libro, Alberi, I polmoni verdi della Terra, edito da Mondadori Electa nella collana Rizzoli Illustratati, che racconta non solo la fisiologia di queste piante perenni, di cui esistono ben 60.000 specie e che ricoprono un terzo della superficie terrestre, ma anche gli aspetti più segreti e i fili, a noi invisibili, che li legano alla scienza, all’arte, alla cultura e alla nostra esistenza.
Dopo una prefazione dello scrittore britannico Robert Macfarlane, ogni capitolo — semi, foglie, forma, corteccia, legno, fiori, frutti, simbiosi e gli alberi e noi — è infatti un viaggio attraverso la storia, la biologia e anche il design, la letteratura, l’architettura e altre terre apparentemente distanti anni luce.
Con le fotografie, i disegni e le infografiche, ma soprattutto con le parole, questo libro ci racconta, ad esempio, che il foliage autunnale non sono solo foglie gialle e arancioni da immortalare, ma fonte per noi di nutrimento e ossigeno, e che quelle di certi alberi tropicali sempreverdi vivono anche decine di anni; che se un albero vuole sopravvivere nella foresta pluviale, compete meglio per la luce con un tronco alto, dritto e con una corona compatta e arrotondata in cima; che la presentazione della collezione primavera/estate del 2020 di Christian Dior è avvenuta all’interno di un bosco temporaneo di 164 alberi, donati poi all’amministrazione parigina; che certi baobab cavi in Africa sono stati trasformati in abitazioni; che piantare nuovi alberi è un bene, ma bisogna ragionare con attenzione sul cosa e sul dove; che sono moltissime le specie in via di estinzione e che solo noi possiamo evitare che il peggio accada.
Sono 3000 miliardi di microcosmi, più delle stelle della Via Lattea, sono i pilastri su cui si poggia il nostro ecosistema, ci regalano serenità quando ci concediamo del tempo tra loro e senza fare una piega, vengono giù come castelli di carte, quando decidiamo di avere — a torto o ragione — bisogno di loro.
Spero che questo libro vi aiuti a capire che per fare l’albero ci vuole il seme, sì, ma anche cura.


