Mind the gap: il nuovo libro di Monica Barengo non è quello che vi aspettate

Intervista a Valentina Mai e a Monica Barengo

La scorsa settimana, Autori in città ha portato, per la sua terza edizione, gli autori e illustratori di Kite Edizioni in giro per le librerie di Padova, con incontri, firmacopie, letture e quest’anno anche una mostra, dedicata interamente a Monica Barengo, che potete ancora vedere, se ve la siete persa, presso la libreria Zabarella.

Tra le novità di questo autunno di Kite ho trovato proprio un libro di Monica Barengo di cui non sapevo nulla e un po’ curioso. Si tratta di un piccolo cartonato, ma non è propriamente un albo, bensì un illustrato. Il testo è lungo, ma guardando bene, mi accorgo che si tratta di testi al plurale, di varie autrici, e che non sono testi per ragazzi. Racconti quindi. Ma poi leggendoli, tutti finiscono con tre puntini, quindi non sono finiti. 

Durante il week end non ho avuto molto tempo di chiedere qualcosa su questo progetto per saperne di più, ma lo faccio adesso. Comincio con Valentina Mai, editrice di Kite, ideatrice di Mind the gap e anche autrice di uno dei racconti-incipit, e continuo con Monica Barengo.

Intervista a Valentina Mai


Ciao Valentina, Mind the gap mi sembra un libro di narrativa per adulti, o sbaglio?

Non sbagli, è proprio un libro pensato per noi grandi e infatti fa parte della collana Voci.

Illustrazione di Monica Barengo (courtesy dell’artista)

Come ti è venuta in mente l’idea di una raccolta di racconti ispirati a illustrazioni già fatte? 
E perché degli incipit?

L’idea mi è venuta per risolvere un problema. Dallo scorso autunno è diventato difficile reperire carta e cartone, non solo per ragioni di prezzo, ma proprio per mancanza di disponibilità della materia prima. A gennaio dovevo mandare in stampa delle riedizioni urgenti, ma ordinando la carta allora, l’avrei ricevuta solo a maggio, troppo tardi. Dopo un’estenuante ricerca ero riuscita a recuperare un resto di magazzino, carta di qualità non più in produzione. Avrei risolto così le ristampe e me ne sarebbe avanzata un po’, ma troppo poca per fare un illustrato standard. 
Otto pagine doppie, sono poche per raccontare una storia. 
Avevo in mente le tavole che Monica Barengo aveva realizzato per la rivista australiana Womankind e me le ricordavo eleganti ed evocative. Erano molto diverse tra loro non essendo nate per stare insieme. Da qui l’idea di coinvolgere più autori per raccontarle. Non avevo ancora le idee precise su quel che volevo fare, ma le fondamenta del progetto erano state gettate. 

Il titolo e la copertina richiamano l’avvertenza che nella metro londinese cartelli e annunci ricordano ossessivamente ai viaggiatori, ma qual è il vero senso? 

Quando sono tornata sul sito di Monica per rivedere quelle immagini, mi è saltata subito all’occhio la tavola MIND THE GAP. A quel punto avevo trovato anche la copertina. “Attenti al vuoto”, al divario, al passaggio, mi pareva proprio il tipo di avvertimento che volevo dare ai lettori, che avrebbero dovuto prestare attenzione a quello spazio di vuoto tra una doppia pagina e l’altra. 
Abituarsi a quel salto di registro e di voce. 
Per come era composta l’immagine non sembrava possibile inserire i nomi degli autori o il marchio della casa editrice senza deturparla. Nuda, sarebbe stata una copertina un po’ osé, ma visto la natura sperimentale del progetto ci poteva stare.

Illustrazione di Monica Barengo (courtesy dell’artista)

A parte te e Giulia Belloni non mi sembra di conoscere nessuna delle autrici. Come le hai scelte?

C’è anche Amanda Cley già autrice Kite con Io e gli altri
Avevo in mente un progetto di illustrato per adulti e ho pensato quindi di cercare profili orientati verso la narrativa, che scrivessero liberamente senza alcun vincolo. Le indicazioni erano semplici, scegliere un’immagine tra quelle disponibili di Monica Barengo e scrivere l’incipit della storia che quell’immagine aveva loro evocato. 
Ho coinvolto per prima Paola Tasca, lei aveva partecipato a un master di scrittura organizzato da Kite, avevo letto un suo racconto che mi era piaciuto e trovavo interessante conversare con lei. 
Il progetto al tempo era solo una pallida idea, ma le andava di cimentarsi anche senza garanzie. Quel primo esperimento mi è parso riuscito e così ho esteso alla medesima proposta ad altri. Germana Urbani anche lei ex allieva del master, nel frattempo ha già esordito con un romanzo, e ricordavo che le piace scrivere facendosi ispirare dalle immagini. Paola Presciuttini, pubblicata ai suoi esordi a cura di Giulia Belloni, è ormai una veterana con alle spalle diverse importanti pubblicazioni. Di Martina Manfrin avevo letto un racconto potente che vorrei pubblicare. Chiara Argelli, non l’ho ancora conosciuta, è una libraia di Pontedera che via e-mail come tanti, mi aveva inviato un testo, continuavo a ripensarci e così l’ho coinvolta in questo progetto.

Mind the gap è un esperimento isolato o è l’inizio di qualcosa?

Amo gli incipit. È l’inizio di qualcosa. : )

Illustrazione di Monica Barengo (courtesy dell’artista)

Intervista a Monica Barengo


Ciao Monica, sono contento di ritrovarti con un nuovo libro! Raccontaci un po’ i tuoi ultimi anni, ti si vede poco in giro ma so che hai lavorato moltissimo!

Ciao Davide, in effetti sì, in questi ultimi anni ho lavorato molto e, in particolare, l’ultimo anno appena passato sta segnando un grande cambiamento. Prima della pandemia, passavo da un progetto all’altro senza prendere aria e dire no, non era neanche contemplato, con il lockdown ho iniziato a rallentare il ritmo e attraverso questo respiro, ho riflettuto su che direzione volevo prendesse il mio lavoro e mi sono fatta una serie di promesse, che spero nel tempo di riuscire a mantenere.
Ci sono collaborazioni che ho deciso che non accetterò più e progetti nuovi più personali che dopo un lungo lavoro e un pizzico di coraggio hanno preso forma. Ora mi sento più centrata con miei bisogni e sto molto meglio. Penso che dopo tanti anni sia sano, fermarsi e osservare il proprio lavoro e decidere che strada prendere in base al cambiamento che inevitabilmente negli anni è avvenuto. 

Illustrazione di Monica Barengo (courtesy dell’artista)

Raccontaci di Mind the gap? Com’è stato fare un libro… senza dover disegnare niente?
Scherzi a parte, come si è svolto il progetto? Hai scelto tu le immagini da usare? La sequenza?
E da dove provengono? Le avevi pubblicate precedentemente?

In questo senso è un libro al contrario, dove l’incastro testo immagine di cui mi piace tanto avere il controllo non c’è, o almeno non lo gestisco io. Per la prima volta mi sono goduta l’effetto sorpresa. Le immagini le avevo già realizzate negli anni precedenti, nate dalla collaborazione con il magazine australiano Womankind, realizzate seguendo i temi e le parole chiave di ogni numero, a pensarci a posteriori, anche loro sono immagini che proprio come i testi sono solo l’incipit di diverse storie, dove lo sviluppo e la fine sono ancora tutte da scrivere e ognuno di noi può contribuire con il proprio vissuto personale e il proprio punto di vista. 
Non ho scelto io la sequenza, Valentina mi scrisse mostrandomi il suo interesse per quelle immagini. In nove anni di collaborazione con Womankind erano diventate un numero sostanzioso e io ero felice di vederle in un nuovo abito. Mi descrisse il progetto, mi piacque molto l’idea e acconsentii affidandomi completamente alla sua visione. 

Io sono un grande fan di Felicità ne avete? il testo di Elisa Biggi che hai illustrato per Kite. 
Ho la sensazione che vivere tra le montagne ti abbia ispirato un immaginario nuovo, più naturale. È così? 

Per quel libro in particolare sì. È stato determinante isolarmi e trasferirmi in mezzo alla natura per comprenderne tutti e cinque i sensi e riuscire a restituirli alle mie immagini e in effetti tutto ciò che ora fisicamente mi circonda ha costruito l’immaginario di Felicità ne avete?. Non saprei dire se questo cambierà per sempre il mio immaginario, ma sono sicura che senza questo spostamento la strega avrebbe abitato un bosco molto più urbano. 

Quando ci siamo visti a Padova mi hai accennato a una nuova collaborazione, questa volta con un magazine italiano. Hai voglia di parlarcene? Dove possiamo vederti?

Sì, dall’anno scorso collaboro con il settimanale F di Cairo editore, in particolare illustro la rubrica AntiCorpi, dove la scrittrice e giornalista Costanza Rizzacasa D’Orsogna risponde alle lettere di giovani — ma non solo — lettori, che raccontano le loro storie di genere, disturbi alimentari, rapporto con il proprio corpo, emarginazione e bullismo. Sono temi molto delicati a cui mi sento molto vicina e che emotivamente in parte ho attraversato anche io e mi consola vedere come le cose nel tempo siano enormemente cambiate, che questi argomenti vengano normalizzati e diventino fonte di discussione e dialogo e non solo un tabù di cui vergognarsi. 

Illustrazione di Monica Barengo (courtesy dell’artista)

Sono passati una decina di anni da quando ci siamo conosciuti e tu eri ancora una studentessa. Nel frattempo, hai lavorato tantissimo. Senti ti aver raggiunto un traguardo? Sei contenta? 
Cosa vedi se ti guardi all’indietro? E se guardi avanti? Che progetti hai?

Sento di essere cambiata tantissimo da quel nostro primo incontro. Ero appunto ancora una studentessa, che stava ultimando il triennio di illustrazione e sapeva che da lì a poco sarebbe uscita, ma non aveva idea di cosa avrebbe fatto una volta fuori e inevitabilmente pensava già ad un piano B convinta di non essere abbastanza brava per fare questo mestiere, né conosceva qualcuno che potesse guidarla nel capire come muoversi per far sì che questa strada fosse possibile. 
Inutile dirlo, che incontrare te e altri professionisti nel mio cammino ha cambiato del tutto il mio punto di vista: trovare una risposta alle mie domande, essere seguita e guidata, ha spazzato via le mie paure, ha fatto crescere il mio coraggio e la voglia di mostrare e dimostrare quello che avevo dentro. Per questo se ora mi guardo indietro quasi non riconosco la ragazza insicura che hai incontrato dieci anni fa ed è proprio vedendo questa mia trasformazione e quanto tempo ci è voluto per maturare questa consapevolezza e quanto sarebbe bastato poco per invertire la rotta del mio cammino o rallentare il mio percorso, che vorrei che questo sostegno non capiti per caso. 
Da giugno ho infatti aperto uno spazio che reputo prezioso e a cui tengo molto, un servizio di consulenze disponibile al bisogno, per giovani illustratori o per illustratori che cercano un confronto esterno e professionale dove maturare idee o riflettere sul proprio percorso. 
Ad oggi ti dico che sono contenta di alcuni traguardi che ho raggiunto, ma ne ho uno molto più grande e intimo a cui sto ancora lavorando. 
Il mio obiettivo per il futuro è sicuramente quello di far crescere sempre di più il mio servizio di consulenze e continuare a fare questo mestiere libera di esprimermi, forse anche a parole e non solo più attraverso le immagini. 

Autrici Varie, illustrazione di Monica Barengo

Mind the gap

Kite Edizioni, settembre 2022
24 pagine, cartonato

Acquista sul sito dell’editore
Acquista su Amazon
Acquista su IBS
Acquista su Bookdealer
Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.