Hairy significa peloso. Pouter è il broncio. Ed è così — Hairy Pouter, cioè “broncio peloso” — che Lillian Restivo, un’arzilla novantottenne, pronuncia il nome del giovane mago più famoso della letteratura fantasy.
Come insegna Rodari, storpiando o sbagliando le parole la fantasia può partorire nuove storie e l’immaginazione percorrere strade originali e inaspettate. È proprio ciò che è successo in questo caso, con la vecchina a offrire la sua confusa recensione del primo volume della saga — Harry Potter e la pietra filosofale, che ha appena letto —, e l’Intelligenza Artificiale a interpretare i suoi spunti, traducendoli in immagini che dirottano le vicende originali del libro di J. K. Rowling su vie narrative completamente differenti.
L’idea è del pluripremiato direttore creativo e regista newyorkese Chris Carboni, fondatore dello studio creativo Reunion.
«Volevamo che le nostre immagini fossero infuse delle stesse inaspettate qualità interpretative presenti nella recensione del libro di Lillian. L’obiettivo era quello di prendere una storia amata e iconica, conosciuta in tutto il mondo, e metterla nelle mani dei due collaboratori unici [Lillian e l’Intelligenza Artificiale, ndr], in grado di trasformarla in qualcosa di nuovo. Il riassunto creativo che dà Lillian di questa familiare storia viene portato attraverso una sala degli specchi, inserendo i suoi suggerimenti in un generatore di immagini AI senza alcun contesto aggiunto che possa guidare l’interpretazione verso il materiale originale. E così è nato un nuovo classico. Lasceremo che sia il mondo a decidere quale sia la versione migliore» dice Carboni.
Il risultato — un corto intitolato, appunto, Hairy Pouter — è assai spassoso.
Qui qualche informazione in più sul processo e altre immagini ottenute durante la produzione.