While You Were Sleeping: la scena dei club londinesi di fine anni ’90 nelle foto di Ewen Spencer

Era il 1996 quando due ex studenti d’arte poco più che ventenni, Adam Dewhurst e Jon Swinstead, annoiati dal panorama editoriale britannico dell’epoca, decisero che fosse arrivato il momento di fondare una nuova rivista. Come direttore trovarono Steve Beale, che allora stava lavorando a The Lock, una guida che pubblicava gli eventi dei club della zona di Camden, a Londra. L’intenzione di Dewhurst e Swinstead era di iniziare con qualcosa di simile, ma che abbracciasse la vita notturna dell’intera città.
In quel periodo, sui tabloid, gli scandali che coinvolgevano personalità della politica e celebrità erano all’ordine del giorno. Nei vari articoli e negli ammiccanti titoli di copertina appariva spesso un termine che definiva quello che era lo stato del paese — sleaze, cioè “squallore”. Quando fu il momento di dare un nome al loro nuovo progetto, Beale si lasciò quindi ispirare dallo zeitgeist e scelse l’appropriatissimo Sleazenation (a volte riportato staccato: Sleaze Nation).

Il primo numero uscì quello stesso anno. All’inizio la rivista veniva distribuita gratuitamente nei club e nei luoghi centrali per la vita notturna londinese. Ogni mese ne circolavano circa 20mila copie, che non erano solo una mera lista di eventi e serate: c’era molto di più, da articoli totalmente assurdi (stile Vice, che infatti si ispirò fortemente a Sleazenation) a provocatorie rubriche d’opinione, fino a reportage fotografici delle scatenate notti cittadine.
Come raccontò il giornalista Jack Mills in un lungo e appassionato pezzo che ripercorre la storia della rivista, Beale definì così il primo anno di Sleazenation: «Era davvero un magazine sulle droghe. Nel senso che era un carburante per conversazioni che avresti potuto avere quando eri fuori di testa».

A sinistra: Full Tilt, Electric Ballroom, Camden, 1998; a detra: Nottingham Rock City, 1998
Ewen Spencer, “While You Were Sleeping”, Damiani Editore, 2022
(courtesy: Damiani Editore)

In pochissimo tempo il progetto decollò: da free press distribuito nei club si trasformò in una rivista vera e propria, capace di incarnare quello che era lo spirito delle notti e della cultura giovanile londinese dell’epoca, diventandone in un certo senso una sorta di “Bibbia“.
Dopo appena un anno di vita i telefoni della redazione squillavano di continuo, tra grossi marchi che volevano spazi tra le pagine, celebrità in cerca di attenzione e alcune tra le più affilate penne del panorama britannico che chiedevano di collaborare.
Ciò che Sleazenation sapeva fare meglio — oltre a dar voce alle sottoculture e ai loro linguaggi — era scovare e lanciare nuovi talenti della scrittura, della moda, della grafica e della fotografia. Uno di loro fu Ewen Spencer, che anni dopo sarebbe diventato uno dei più ricercati fotografi della sua generazione.

Classe 1971, Spencer frequentava ancora la scuola d’arte di Brighton quando Sleazenation cominciò a muovere i suoi primi passi. Appassionato frequentatore delle serate della scena Northern Soul, iniziò a portare con sé la sua fotocamera e a immortalare le scatenate feste a cui partecipava. Appena uscito dalla Brighton School of Art, nel 1997, pensò di mandare i suoi scatti al magazine.
Qualche tempo dopo, di passaggio a Londra, decise di provare ad andare in redazione: «Erano dietro a Kings Cross, e ricordo che appena mi presentai incontrai Steve Beale» raccontò poi Spencer. «Lui disse “Oh, fantastico, sì, penso di sapere chi sei”, e mi portò da Steve Lazarides (il photoeditor). Steve Lazarides si ricordò delle foto delle serate Northern Soul e disse: “Sai una cosa? Dovresti uscire e farci delle foto”».

A sinistra e a destra: Queer Nation, Sub Station South, Brixton, 1998
Ewen Spencer, “While You Were Sleeping”, Damiani Editore, 2022
(courtesy: Damiani Editore)

Iniziò così, con Lazarides che tirava fuori dal cassetto una busta piena di rullini Kodak 120 ancora intatti, la lunga e fruttuosa collaborazione tra Sleazenation e Spencer, che di lì a poco diventò il più quotato reportagista delle scatenate notti londinesi, rappresentate negli scatti pubblicati ogni mese tra le ultime pagine della rivista, scatti che erano completamente differenti da tutto ciò che girava in quel periodo. Se le foto che accompagnavano le feste e le serate dei club erano fino ad allora leccate e ripulite parate di “bella gente”, le immagini catturate da Spencer erano — per citare il giornalista Justin Quirk, che lavorava anche lui nella rivista — «più come fotografie da zone di guerra».
Tra sguardi totalmente sbarellati, volti stremati, gente che limonava, torsi nudi sudati in preda alla febbre del ballo e agli effetti delle droghe, corpi abbandonati sui divanetti e in mezzo alle piste, quella ritratta da Spencer era la realtà nuda e cruda delle eccitanti notti nella Nazione dello Squallore.

«Non sempre cercavo persone strafatte, cercavo personaggi» spiega oggi il fotografo parlando di come lavorava. «Persone che si distinguono, perché è con quelle che ottieni buone foto. E la gente, nelle situazioni sociali, gravita attorno a individui così».
Nei suoi anni a Sleazenation, Spencer poteva farsi tre diverse feste a notte, fotografando talvolta anche quello che succedeva per le strade o sui bus che lo riaccompagnavano a casa o da un locale all’altro.
Nel frattempo il suo stile attirò l’attenzione di altre testate, come The Face o Arena, e pian piano la collaborazione con la rivista fondata da Dewhurst e Swinstead cessò.
Nel 2003 Sleazenation chiuse i battenti (per chi volesse scoprire meglio il magazine, qui c’è un account Instagram che ne ripropone le copertine, e qui si può sbirciare all’interno di alcuni dei numeri degli ultimi anni di attività, mentre il Museum of Youth Culture, ideato dallo stesso Swinstead, ha in programma di scansionare e mettere online tutti i numeri) ma la sua eredità risuona ancora oggi.

A sinistra e a destra: Trance Raves, Brixton, 1999
Ewen Spencer, “While You Were Sleeping”, Damiani Editore, 2022
(courtesy: Damiani Editore)

Per quanto riguarda le foto di Spencer, quelle realizzate nel biennio 1998-2000 sono state ora raccolte in un libro intitolato While You Were Sleeping, pubblicato da Damiani Editore.
Il volume — nato durante il lockdown, quando Spencer ha ripreso in mano l’archivio, che stava deteriorandosi, per fare un backup delle foto — presenta oltre 100 scatti, accompagnati da una bella intervista all’autore, realizzata dal succitato Quirk.
Per la prima volta tutte assieme, le immagini documentano le scene giovanili britanniche di fine millennio, tra Acid House e Jungle, Garage e Nu Metal, Punk e Northern Soul.

Il titolo, che sembra diretto a coloro che conducevano una vita “normale” mentre nelle discoteche, nei rave e nelle salette sovraffollate sopra ai pub la gente si scatenava, in realtà si riferisce alla vita privata del fotografo. Quando andava in giro da una festa all’altra, infatti, Spencer era già padre, e quel “you” che dormiva era suo figlio Kuba. Mentre Spencer lavorava all’archivio, il figlio, divertito gli ha domandato dove fossero state scattate quelle foto, quando, a che ora, e lui «Beh, mentre stavi dormendo, sai? Eri un bambino che dormiva a Brighton e io stavo tornando a casa per passare il giorno seguente con te».

Ewan Spencer

While You Were Sleeping

Damiani Editore, marzo 2022
156 pagine, cartonato, inglese
Acquista

A sinistra e a destra: WKD, Kentish Town, 1999
Ewen Spencer, “While You Were Sleeping”, Damiani Editore, 2022
(courtesy: Damiani Editore)
2wentys Holiday Reunion, Prestayn, 1999
Ewen Spencer, “While You Were Sleeping”, Damiani Editore, 2022
(courtesy: Damiani Editore)
A sinistra e a destra: Club Metro, Oxford Street, 2000
Ewen Spencer, “While You Were Sleeping”, Damiani Editore, 2022
(courtesy: Damiani Editore)
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