È nota la storia di Matisse e dei suoi collage. Negli anni ’40, ormai molto malato e, dopo un intervento all’intestino che lo costrinse sulla sedia a rotelle, impossibilitato a raggiungere bene il cavalletto per dipingere, il grande artista francese dedicò l’ultima fase della sua carriera alle composizioni con la carta. Già negli anni ’30 aveva iniziato a sperimentare col collage, ma inizialmente solo studio per le sue opere. In seguito, facendo di necessità virtù, Matisse trasformò le papiers gouachés découpés nel linguaggio d’elezione per capolavori come Jazz o la serie dei Nus Bleus.
L’intelligenza umana sta anche qui — o forse sta soprattutto qui: nell’aggirare l’ostacolo imprevisto al contempo traendone materiale per costruire qualcosa di nuovo. Che è anche quello che è successo a Federica Del Proposto.
Cresciuta a Roma e formatasi come architetta, Del Proposto ha sempre amato sperimentare con i linguaggi: è stata co-autrice di una trasmissione radio dedicata al punk-rock femminile, mentre era impegnata con la sua tesi di laurea ha iniziato a disegnare fumetti, per poi smettere per diversi anni, durante i quali ha fatto l’architetta a Parigi, riscoprendosi infine illustratrice, lanciandosi in una carriera che l’ha portata a vincere alcuni dei premi internazionali più prestigiosi del settore, a esporre in decine di mostre, a illustrare libri e a collaborare con giornali e riviste come il Wall Street Journal, il New York Times, il Financial Times, Il Sole 24 Ore, Forbes e Monocle Magazine, oltre che con aziende di tutto il mondo.
La scorsa estate, tuttavia, è arrivato l’imprevisto: «Ho avuto un infortunio al braccio sinistro» racconta, «una compressione del nervo ulnare che ha lasciato due dita della mano sinistra senza sensibilità per molte settimane».
Del Proposto non è mancina ma i medici le consigliarono di tenere a riposo entrambe le braccia per più di un mese, consentendole di disegnare per massimo mezz’ora al giorno.
Una piccola tragedia per chi disegnare lo fa per mestiere. Ma — ecco il suo “far di necessità virtù” — l’artista ha colto l’occasione per trovare, tra le pieghe di quel temporaneo disagio, un nuovo stile.
«Ho dovuto mettere in pausa le commissioni e le mie tecniche di disegno abituali, molto dettagliate, caratterizzate da linee nette e tratti puliti e ho iniziato una nuova serie personale di ritratti» spiega.
Si tratta di lavori velocissimi, ispirati alla tecnica giapponese del Sumi-e, usando però il pennello digitale al posto di quello a inchiostro.
In quelle sue brevissime parentesi di lavoro, Del Proposto ha quindi inaugurato una nuova serie, puntando sui ritratti: i Ten Minutes Drawing, che rappresentano attrici e attori, musiciste e musicisti.
Una volta guarita, è tornata a disegnare come prima senza però abbandonare del tutto questa nuova strada e, anzi, cominciando a sfruttare anche questa nuova “arma” del suo arsenale creativo: «Ho continuato a disegnare i ritratti parallelamente alle nuove commissioni» dice. «La serie è tuttora in progress e sta ricevendo le sue prime richieste di collaborazione».