Tesori d’archivio: le farfalle di Kamisaka Sekka

Se c’è una figura chiave dell’arte e del design giapponesi in quell’epoca di passaggio tra il periodo Edo e quello Meiji — che, semplificando, si potrebbe descrivere come l’entrata del Giappone nella modernità dopo l’era feudale —, è sicuramente quella di Kamisaka Sekka.
Nato a Kyoto nel 1866 — pochi anni dopo la fine del Sakoku, la politica di isolamento che perdurò per oltre due secoli, e un anno prima dell’incoronazione di Mutsuhito a imperatore — Sekka crebbe in una famiglia di Samurai.
Fin da ragazzino studiò pittura, passando sei anni nella bottega del maestro Suzuki Zuigen, per poi trovare lavoro presso la Kawashima Selkon, prestigiosa azienda tessile che esiste ancora oggi.
Da Kawashima il giovane Sekka disegnava motivi decorativi per tessuti, ma la sua formazione e la sua carriera non si fermarono lì. Molto dotato in tutte le arti, studiò gli stili e i temi della cosiddetta “scuola Rimpa”, una delle più importanti correnti artistiche giapponesi. Oltre a creare pattern tessili (una sua opera, Chigusa, ebbe talmente successo che l’editore decise di abbandonare l’uscita dei disegni a piccoli gruppi di tavole per puntare su dei volumi rilegati), Sekka produceva e progettava di tutto: lacche, ceramiche, persino giardini.

Nel 1900 arrivò per la prima volta in Europa in occasione della grande Esposizione Universale di Parigi, dove presentò alcune sue opere. L’anno successivo ritornò nel Vecchio Continente, a Glasgow, dove venne inviato in missione dal governo in occasione di un’altra Esposizione Universale.
In quel periodo, infatti, il Giappone cercava strenuamente di promuovere l’arte e l’artigianato al di fuori dei propri confini nazionali, cercando nuovi modi per andare incontro al gusto occidentale, in un momento in cui gli stili delle scuole tradizionali cominciavano a essere considerati sorpassati.
In Europa Sekka entrò in contatto con un movimento allora al suo apice, l’Art Nouveau, e — in un cortocircuito di influenze reciproche — scoprì anche il Giapponismo e il suo notevole impatto sull’arte occidentale, dall’Impressionismo al Post-Impressionismo, fino al nascente fenomeno delle affiche.

Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)

Tornato in patria dopo sei mesi, l’artista prese a sperimentare, tra tensioni verso il “nuovo” e attaccamento alle radici e ai canoni classici della pittura giapponese. Frutto di quegli anni è Chō senshu, cioè “Mille farfalle”, un’opera in due volumi che raccoglie una serie di xilografie prodotta tra il 1903 e il 1904.
Approcciandosi al più effimero degli insetti, Sekka esplorò il soggetto rappresentandolo con molteplici stili e tipologie di segno, passando da una raffigurazione dettagliatissima a un minimalismo quasi astratto (le tavole, meravigliose, si possono vedere e anche scaricare in alta risoluzione sulla piattaforma Rawpixel, che le ha restaurate in digitale), preludio alle raffinatezze di quello che è oggi considerato il suo capolavoro, Momoyogusa, uscito tra il 1909 e il 1910, quando già l’artista aveva iniziato a insegnare design presso Scuola municipale d’arte e artigianato di Kyoto (dove sarebbe rimasto per vent’anni), a collaborare con diverse riviste e a fondare numerose associazioni di artisti, prima della morte, giunta nel 1942.

Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)
Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)
Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)
Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)
Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)
Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)
Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)
Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)
Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)
Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)
Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)
Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)
Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)
Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)
Tavola tratta da “Chō senshu”, di Kamisaka Sekka, 1903
(fonte: rawpixel.com)
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