L’attacco dei Kaiju. O vita d’autore (e art director)

Se c’è una parola che rappresenta bene il mondo dell’editoria è urgente.
Tutto è sempre urgente, non c’è tempo. Tutti vogliono i libri fatti in un mese, le modifiche per lunedì mattina (e sono sempre le 17,45 di venerdì), il visto per la stampa per domattina.
Impossibile programmare il lavoro, prendersi il tempo giusto. Tutto è subito o niente.
Sì, lo so, ci sono le persone piacevoli e a modo, ci sono quelli che pagano puntualmente e si comportano da essere umani, ma perlopiù ogni giorno ti alzi, fai colazione, speri che sarà una buona giornata e poi eccolo, prima delle 9 squilla l’allarme dei mostri atomici
Non sai mai quello che ti arriverà. Un po’ come in Evangelion o Pacific Rim

Vogliono tutto subito, ma rimandano sempre il momento di pagare, chiedono mille modifiche che, ovviamente non pensano di dover pagare, e quando sono pronti a pagare, succede sempre qualcosa che glielo impedisce. 
Negli ultimi anni, tra l’aver moltiplicato le collaborazioni personali tramite agenti in vari paesi e il lavorare come art director, ho raccolto una serie di kaiju, e li ho classificati per voi. 
Siete pronti? Scatta il celomanca.


Bianconiglior

È un kaiju classico, quello che vuole sempre tutto subito perché non ha tempo. Vuole un libro tra un mese, una copertina per domani, il visto per la stampa per oggi pomeriggio.

Farfallon

È quello che ti affida un progetto da 5 libri, vuole i testi in fretta e poi sparisce nel nulla. Dei progetti, ovviamente, non se ne farà nulla.
Alle fiere vola da uno stand all’altro con aria indaffarata. Quando ti incontra di nuovo, dopo due anni, come se niente fosse ti chiede: «ma quel nostro progetto?». E poi sfarfalla via di nuovo.

Gatzilla

Fa il micione finché si parla di progetti, ma quando timidamente cominci a introdurre l’argomento monetario già lo vedi cambiare colore. Se poi gli chiedi apertamente soldi, si trasforma, diventa alto come una palazzina di sei piani e spara vampate di fuoco dal naso.

Bipolaron

È quello che quando il progetto è quasi finito, d’improvviso, non gli piace più e pretende di cambiare illustratore. E di non pagare quello vecchio perché lo ha assunto l’altra sua personalità. Appartiene alla famiglia dei doppelgänger.

Bradipoo

Risponde alle mail una volta ogni 6 mesi. Quando finalmente lo fa è per dirti che non si ricorda il progetto che gli avevi mandato e se glielo puoi rimandare oppure che non lavora più per quella casa editrice ma per un’altra e di scrivergli al suo nuovo indirizzo email. Che però non ti dà.

Kal-koo-lon

Vorrebbe aggiungere pagine al libro ma è incapace di calcolare di quanto dovrebbe aumentare in proporzione il budget per l’illustratore. Forse perché conta sulla punta delle dita e ne ha solo due per mano.

Smemorandoom

Di solito rifiuta il progetto che gli proponi perché l’illustratrice non gli piace. Poi, colto da amnesia, la chiama il giorno dopo per chiederle di illustrare un progetto suo.

Skooroodge

Pretende diecimila prove d’illustrazione ma non pensa di doverne pagarne nemmeno una. Appartiene alla famiglia della braccia corte.
Spesso, quando viene sollecitato sull’argomento saldare le prove, si rifugia in una conchiglia spinosa e cade in un sonno letargico che può durare anche mille anni.

Timidoon

È facile riconoscerlo perché non ama parlare di soldi al primo appuntamento. E nemmeno dopo. Appartiene alla famiglia degli uncinati: essendo dotati di uncini al posto delle mani hanno sempre difficoltà nel compilare assegni e bonifici.

Stalkera

Particolarmente appiccicoso: ti molesta anche in privato e di sabato e domenica per avere il lavoro prima di ieri, ma poi diventa evanescente quando è il momento di pagare la fattura.

Facciadibronzon

Appartiene alla famiglia degli sfingidi. Non ti ha ancora pagato il primo libro ma ne vuole altri due, che poi semmai paga tutto insieme. Pur davanti all’evidenza di non averti pagato, accampa scuse assolutamente improbabili e rilancia con altro lavoro, tutto come se niente fosse. Ha sempre il dito sul conto online perché sta compilando il bonifico in quel momento ma un qualche cataclisma gli impedisce ogni volta di portarlo fino in fondo.

Krokodiluus

Prima che tu gli proponga (o di proporti) qualsiasi cosa, premette che, essendo una grande casa editrice, hanno pochi soldi. Qualche volta accenna anche a delle lacrime di povertà per commuoverti.

Zeta Copionis

Vuole sempre rifare qualcosa di successo che hanno già fatto altri. Però spendendo di meno.

Mimeticon

È etico per mimetismo. Infatti, è ambientalista, femminista e qualunque-cosa-sia-di-moda-in quel-momento-ista.
Prende a cuore i problemi dell’ambiente e del lavoro sottopagato in Oriente ma quando è il suo turno cerca di pagarti il meno possibile. E in casa editrice non c’è nessuno assunto. Stanno tutti a partita IVA.

Cerebron

È uno spilorcio cervellotico: non ti offre mai una cifra per un lavoro ma ti chiede cosa vorresti, sperando che tu chieda meno di quello che vorrebbe darti. Nel dubbio, chiedete sempre 5 mila euro.

Sheela & Ka-riddi

Sono due soci che si odiano. Uno dice sempre il contrario dell’altro e ti fanno rifare le cose diecimila volte. Appartengono anch’essi alla famiglia dei doppelgänger. Pare che decapitare una delle due teste sia inutile: ricrescono.

Peluria

Non paga per partito preso. Ha il pelo sullo stomaco e anche sui palmi delle mani. Cambia spesso nome e ragione sociale.
È un mistero di cosa viva e fiocinarlo è praticamente impossibile. Si può solo evitare.
Appartiene alla famiglia degli endemici.


Insomma, ogni giorno, quando si leva il sole, sai che dovrai correre e che ci sarà (almeno) un kaiju a portare devastazione e tormento.
Ma questo è quello che volevi tanto.
Vivere nel meraviglioso mondo dell’editoria!

Scarica il libro

L’attacco dei Kaiju. O vita d’autore (e art director) è anche un ebook gratuito.
Può essere scaricato in tre versioni.

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L'illustrazione di questo articolo è di Alessandra Bruni

Le illustrazioni di questo articolo sono di Giovanni Gastaldi

Giovane illustratore piemontese, nella vita voleva fare l’ingegnere o il chitarrista jazz. Un giorno un amico ha scoperto che sapeva disegnare, e gli ha indicato un’altra strada.
Si è laureato nel 2017 allo IED di Torino in Illustrazione e nel 2021 ha frequentato il Mimaster, Milano.
Il suo sito è giovannigastaldi.com.

editorialista
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