Che disagio! Il nuovo libro dell’illustratrice e fumettista Sarah Andersen

«La vita è bella, anche se a volte ti senti fuori posto!».
È una delle frasi su cui mi è immediatamente caduto l’occhio non appena ho messo le mani sull’ultimo libro della fortunata serie Sarah’s Scribbles dell’illustratrice e fumettista newyorkese Sarah Andersen, uscito, col titolo di Che disagio!, da BeccoGiallo, che ha anche pubblicato gli altri tre: Crescere, che palle!, Un grosso morbidoso bozzolo felice e Tutto sotto controllo!

Che disagio!
Sarah’s Scribbles
AUTRICE
Sarah Andersen
EDITORE
BeccoGiallo

Non vorrei sembrare eccessivamente melodrammatica ma è il genere di contenuto che mi rincuora parecchio. Sarà stata forse colpa di un’infanzia da figlia unica, circondata da libri, persone adulte molto più grandi di me e weekend all’insegna di infiniti giri per mostre, ma il fatto è che era difficile trovare qualcosa che mi accomunasse ai miei coetanei.
Per non parlare poi della mole di curiosità ed entusiasmo che mettevo —  e tutt’oggi ancora metto, anche se non con grande autocontrollo — nelle cose che mi appassionano: in pochi minuti ero in grado di riversare sui miei interlocutori abbastanza informazioni da indurli alla noia, ad un sorriso forzato per compiacermi o, nel peggiore dei casi, ad una fuga.

Ho provato anche con la tecnica del camaleonte, quella che consiste nell’assomigliare il più possibile al prossimo per essere accettati o apprezzati, ignorando paure, limiti e gusti personali. Per fortuna qualcosa dentro di me ad un certo punto mi implorava di cambiare tattica e continuare ad apprezzare i simpatici rettili per quella loro dote che a me non apparteneva affatto. L’unica vera salvezza era trovare qualcun altro che si sentisse un pesce fuor d’acqua nel mondo come me, e con il tempo e un’attenta selezione sono riuscita a trovare qualcuno che apprezzasse quel mio illuminarmi quando decido di condividere qualcosa che mi appassiona.

Sarah Andersen, “Che disagio!”, BeccoGiallo, 2021
(foto: Giulia Ficicchia)
Sarah Andersen, “Che disagio!”, BeccoGiallo, 2021
(foto: Giulia Ficicchia)

Sarah Andersen fa decisamente parte della categoria cui appartengo: le sue tavole di fumetti in quest’ultimo, piccolo volume — ci sono anche degli adesivi, se guardate bene — ne sono una prova provata. Mentre lo sfogliavo, era un lasciare un’orecchia dietro l’altra alle pagine che sembravano parlare proprio di me, di quel senso quotidiano di malessere nel sentirsi fuori posto con le proprie fissazioni, le proprie paure, i propri interessi che assomigliano di più a ossessioni, ma con la leggerezza e l’ironia di chi in fondo sa allo stesso tempo di potersene creare uno in cui quella sensazione cessa di esistere. Si costruisce mattoncino dopo mattoncino, giorno dopo giorno, apprezzando anche quei lati che all’esterno possono sembrare buffi o assurdi, come continuare a convincersi che andrà tutto bene nonostante un castello di complessi — qui cito proprio la Andersen — ci roda da dentro, come l’entusiasmo sfrenato che ci coglie quando un gatto decide di venire a dormire sulle nostre gambe, come l’ossessione che abbiamo per certi libri, certi film, certi personaggi, certi animali o altro, come la gioia che non riusciamo a contenere quando abbiamo al nostro fianco qualcuno con cui essere strani insieme, o semplicemente noi stessi.

Per la cronaca, non che vi interessi, ma la mia preferita tra le tavole della Andersen è l’ultima, quella in cui parla di fare un passo per volta e poi girarsi per vedere quanti se ne è fatti. Non sembra ma sono sempre molti più di quanti pensassimo.

Sarah Andersen, “Che disagio!”, BeccoGiallo, 2021
(foto: Giulia Ficicchia)
Sarah Andersen, “Che disagio!”, BeccoGiallo, 2021
(foto: Giulia Ficicchia)
Sarah Andersen, “Che disagio!”, BeccoGiallo, 2021
(foto: Giulia Ficicchia)
Sarah Andersen, “Che disagio!”, BeccoGiallo, 2021
(foto: Giulia Ficicchia)
Sarah Andersen, “Che disagio!”, BeccoGiallo, 2021
(foto: Giulia Ficicchia)
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