Orlando: la rivista di arte e cultura che si “abita” come un hotel

Chi ha letto l’Orlando di Virginia Woolf (esperimento letterario divenuto poi “un manifesto per la parità e la fluidità di genere”, come ben spiega Giuseppe Porrovecchio su The Vision), o chi ha visto il film con Tilda Swinton che ne è stato tratto, sa che il personaggio protagonista — ispirato a quella Vita Sackville-West con la quale Woolf ebbe una intensa relazione — attraversa i secoli ed è a sua volta attraversato da molteplici anime: è uomo e si risveglia donna, è nobile ed è nomade, frequenta l’alta società e i bassifondi.
Orlando è molte cose, è tutte quelle cose sono Orlando.
A un certo punto del romanzo (quando Orlando ritorna in Inghilterra dopo aver passato un periodo con una carovana di zingari) l’autrice scrive: «E ciononostante, malgrado tutti i viaggi e le avventure, i profondi errori e l’errare qui e là, era ancora in fase di formazione. Che cosa le avrebbe riservato il futuro, solo il cielo lo sapeva. Il cambiamento era continuo, e probabilmente non sarebbe mai cessato. Alte merlature del pensiero, abitudini che erano sembrate durare come la pietra, si erano dissolte al pari di ombre al tocco di un’altra mente, lasciando un cielo nudo con uno scintillare di nuove stelle1», per poi far dire alla stessa Orlando: «Che fantasmagoria è la nostra mente, che luogo d’incontro di cose disparate! Un momento deploriamo la nostra nascita e il nostro ceto, aspirando all’esaltazione ascetica; e il momento dopo siamo sopraffatti dal profumo di un sentiero in un vecchio giardino e ci commuoviamo al canto dei tordi».

Chiunque, credo, si riconoscerà in questi pensieri, e nel mutevole coesistere di moltitudini — per citare un altro grande scrittore, Whitman — che fanno di noi ciò che siamo.
Potremmo paragonarci a un albergo, che dal di fuori sembra magari sempre lo stesso ma al suo interno è in costante rivoluzione, pieno di stanze in cui dimorano, spesso all’oscuro gli uni dalle altre, storie e personalità e modi di essere assai differenti, che vanno e che vengono: alcune rimangono per settimane, mesi, anni; altre si fermano solo lo stretto necessario; altre ancora continuano a tornare.

Orlando n.1 e n.2
(foto: Frizzifrizzi)

Ad un hotel, e dunque alla fluida, cangiante e “fantasmagorica” ricchezza dell’animo umano e degli interessi e aspirazioni che questa insegue e manifesta, si ispira anche una rivista. Si chiama, appunto, Orlando, come il romanzo di Woolf ma anche come il cavaliere furioso dell’Ariosto — pieno di intrecci narrativi e personaggi (che potrebbero incontrarsi idealmente nei corridoi di un affollato albergo).
Con due numeri finora usciti — il primo a novembre 2020, con in copertina un meraviglioso ritratto della regina Elisabetta II dipinto dall’artista spagnola Miriam Escofet, e il secondo a giugno 2021, con una grandiosa O decorata come nei capilettera degli antichi manoscritti, opera dello studio The World of DOT, che si occupa anche del layout del magazine — Orlando è un contenitore di arte e cultura, nonché il primo prodotto editoriale della nuova casa editrice Tessiore, fondata nel 2020, a Genova, da Antonella Dellepiane Pescetto, che è anche direttrice creativa della rivista.

«Orlando è il primo magazine al mondo concepito per essere “abitato”: un magazine/hotel che offre un break culturale ai suoi ospiti/lettori, per spezzare la frenesia di ogni giorno. Un hotel immaginario: all’interno delle sue stanze e per i suoi corridoi Orlando e il suo lobby boy Mr. O sono pronti ad accogliere viaggiatori sensibili e curiosi, esploratori del contemporaneo, in costante ascolto dell’evolversi di stili, linguaggi e tendenze» scrive Dellepiane Pescetto.

Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)

Quella dell’albergo non è solo una metafora: entrambi i volumi, di grande formato e lussuosissimi (gran bel lavoro del già citato The World of DOT, dell’art director Francesca Leoneschi, co-fondatrice dello studio, e della storica tipografia Grafiche Milani), si sviluppano infatti come piani di un hotel: si entra al piano terra, dove ci sono il ristorante e i giardini, e poi si sale su, incontrando la biblioteca e uno spazio per le mostre, poi una boutique e le stanze. Dopo un mezzanino si arriva al tetto per osservare il cielo e lasciar spaziare lo sguardo, prima di ridiscendere e andare a perdersi nei sotterranei: palestra e spa al -1; cantina e auditorium al -2; garage al -3.

Ogni livello, ovviamente, ospita i contenuti più congeniali al luogo, quindi a piano terra si andrà alla scoperta di splendidi ristoranti e affascinanti giardini, mentre al primo si spazierà tra letteratura e arte.
Ciascuna ideale porta che lettrici e lettori andranno ad aprire rivelerà qualcosa: luoghi, persone, pensieri, oggetti, materiali, tessuti, spunti preziosi per chi ama avventurarsi in quel labirintico universo chiamato cultura.

Pubblicato interamente in inglese — in quanto pensato per un pubblico internazionale, come internazionali sono le personalità ospitate tra le pagine —, Orlando esce ogni sei mesi e si acquista online oppure in librerie, negozi ed edicole specializzate di tutto il mondo.
Il prossimo numero è previsto per dicembre 2021.

Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.2, giugno 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.1 e n.2
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.1 e n.2
(foto: Frizzifrizzi)
Orlando n.1 e n.2
(foto: Frizzifrizzi)
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