Foto Foglia Napoli: un progetto universitario su un archivio fotografico di famiglia

In via Pessina 56, a Napoli, c’è uno studio fotografico che è lì da esattamente 100 anni. Lo fondò nel 1921 Alfredo Foglia, capostipite di una famiglia di fotografi che ha attraversato l’intero secolo, accogliendo tra quelle mura migliaia di clienti e producendo un numero incalcolabile di scatti.

Come scriverà poi il nipote Pio, rievocando i primissimi anni di attività dello studio, il lavoro, inizialmente, «era incentrato principalmente sui temi della ritrattistica singola e familiare o di eventi particolarmente significativi per l’epoca quali cerimonie, inaugurazioni, parate militari ed eventi simili».
Per i ritratti, Foglia lavorava con uno di quei grandi apparecchi a soffietti che si vedono nei film. «Da bambino ho avuto la fortuna di assistere dal vivo vedendo mio nonno destreggiarsi tra le luci fino al momento in cui, pronto, richiamando l’attenzione del soggetto e invitandolo a rimanere fermo, premeva la pompetta che, collegata all’otturatore, scattava l’immagine» ricorderà poi Pio.

“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)

Padre di 11 figli, nel ’51 Alfredo venne affiancato nell’attività da uno di loro, Alfredo anche lui, o meglio Alfredo Junior, che a soli 17 anni cominciò a lavorare nello studio Foto d’Arte A. Foglia, apportando pian piano innovazioni tecniche, formali e gestionali, e traghettando la piccola azienda di famiglia verso la fotografia pubblicitaria, quella industriale, quella documentale e quella artistica, lavorando per libri, cataloghi e brochure.
Finché, negli anni ’80, «arrivò il mio momento» scrive Pio Foglia, figlio di un Alfredo e nipote dell’altro. «Dopo aver conseguito gli studi e le diverse specializzazioni in materia fotografica, in Italia e all’estero, e dopo alcune collaborazioni con il National Geographic, entrai a far parte dello studio fotografico, affiancando mio padre e mio nonno».

La storia non si ferma qui, perché a raccontarla e a proseguirla c’è Simone Foglia, figlio di Pio. Classe 1996, dopo aver studiato allo IED di Roma e alla Willem de Kooning Academy di Rotterdam, ha frequentato il corso di laurea magistrale in grafica delle immagini, indirizzo fotografia, all’ISIA di Urbino. Qui, ha deciso di lavorare un progetto universitario dedicato proprio all’attività di famiglia.

“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)

Si tratta di un libro, Foto Foglia Napoli, che si basa sui racconti del padre Pio e sull’enorme archivio di immagini dello studio: «un percorso nella pancia della Campania vista dagli occhi della mia famiglia» lo descrive Simone, che insieme a Gazmend Zeneli — curatore del concept e della parte grafica del progetto — ha selezionato le foto scattate dal padre, dal nonno e dal bisnonno fino a creare una sequenza di immagini singole e di dittici, associando i vari scatti per similitudini formali, cromatiche, contenutistiche o metaforiche.

Composto da quasi 400 pagine, il libro è di piccolo formato (155 x 220 mm) — una scelta voluta e dovuta, sia per offrire una dimensione più intima al progetto sia per via della bassa risoluzione di alcune delle vecchie foto scansionate — ed è caratterizzato da una triplice sovraccoperta che gioca con le trasparenze: su ciascuna di esse è infatti stampata una delle tre parole del titolo: FOTO, FOGLIA, NAPOLI.
«Il numero 3 è cruciale» spiega Simone Foglia. «3 sono le parole che compongono il titolo, 3 sono le sovraccoperte, 3 sono i blocchi neri che appaiono nel libro, con i testi di mio padre, e 3 sono gli autori delle immagini».

“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)

Frutto di un anno di lavoro, l’opera è al contempo una testimonianza delle evoluzioni della tecnica fotografica, un’intelligente dimostrazione di come si possa tenere vivo un archivio, e un “oggetto caldo”, poetico, affettivo, essendo stato concepito e partorito da chi, di quella storia presentata tra le curatissime pagine del volume, è parte integrante.
«È un tentativo di lavorare con un bene intimo ed estremamente prezioso quale quello dell’archivio, pensando per immagini, senza però restare intrappolato nel concetto leopardiano di “ricordanza”» sottolinea Simone Foglia, «ma piuttosto richiamando il concetto di costellazione. Difatti come scrisse il materialista storico Walter Benjamin, l’eingedenken si caratterizza come quella capacità della memoria di fissare in un’immagine l’istante in cui il passato si salda con il presente all’interno di una nuova costellazione».

Trattandosi di un progetto universitario, il libro non è in vendita. Ma consiglio di seguire Simone dato che — buon sangue non mente — è un ottimo fotografo.

“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
“Foto Foglia Napoli”
(courtesy: Simone Foglia)
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