Le Metamorfosi di Laura Manaresi e Giovanni Manna

Come mostrava qualche anno fa il critico Max Tohline in un video essay che ebbe notevole successo e risonanza, il montaggio è la punteggiatura del cinema. È attraverso il montaggio che chi dirige il film sceglie come raccontare la storia: cosa lasciare fuori, in che ordine presentare gli eventi, in che relazioni sono personaggi, elementi e azioni. Dato lo stesso materiale di partenza, attraverso l’editing si possono narrare storie anche completamente differenti tra di loro.
E questo non vale solo sul grande schermo, ma anche tra le pagine dei libri frutto — come capita sovente negli albi per l’infanzia e nella letteratura per ragazze e ragazzi — di un adattamento e una riduzione di un classico.

Prendiamo ad esempio uno dei capisaldi della classicità: Le metamorfosi di Ovidio. Data la mole (quasi 12.000 versi), la quantità di miti trattati (più di 250) e il linguaggio (quello del poema epico), ai piccoli si tende a offrire una versione più accessibile, e le opportunità di movimento all’interno di un’opera di tale ricchezza e complessità sono pressoché infinite. La brava autrice e il bravo autore sceglieranno dunque un “filo” da seguire, uno dei tanti possibili.
Quello sul quale hanno deciso di camminare Laura Manaresi e Giovanni Manna nella loro versione illustrata delle Metamorfosi, di recente pubblicata da Rizzoli nella collana Ragazzi, è il filo del rapporto tra uomo e natura.

Laura Manaresi, Giovanni Manna, “Metamorfosi. Gli dei, gli umani e la natura. I miti della trasformazione”, Rizzoli, febbraio 2021
(foto: Frizzifrizzi)

Scrittrice, docente, traduttrice ed educatrice, Manaresi vive e lavora a Bologna ed è autrice di numerosi albi, spesso realizzati a quattro mani con Manna, illustratore che ha firmato decine di libri, ha vinto alcuni tra i più prestigiosi premi nell’ambito dell’illustrazione dell’infanzia (tra cui il Premio Andersen nel 2003) e insegna presso la Scuola Internazionale di Illustrazione di Sarmede e la Libera Accademia d’Arte Novalia di Alba.
L’aver già lavorato molte volte insieme si percepisce chiaramente, sfogliando le Metamorfosi. È un affiatamento che traspare, sottile, quando ci si immerge nella lettura dell’insieme testo-immagine, e si ha la netta sensazione che Manna conoscesse già il testo di Manaresi prima che lei stessa si mettesse a scriverlo e, a parti ribaltate, che lei avesse davanti i disegni ben chiari quando lui il pennello sulle tavole non l’aveva ancora posato.
Al contempo, è evidente anche un certo “spazio per la sorpresa”, che deve aver coinvolto entrambi tanto quanto chi affronta per la prima volta la lettura dell’albo.

Laura Manaresi, Giovanni Manna, “Metamorfosi. Gli dei, gli umani e la natura. I miti della trasformazione”, Rizzoli, febbraio 2021
(foto: Frizzifrizzi)

Seguendo, come già accennato, un percorso che attraversa il tema della natura (come Manaresi e Manna hanno ben spiegato in un’intervista di Rai Cultura), il libro parte dal caos primigenio e arriva al celebre discorso di Pitagora, quello del «tutto si trasforma», scegliendo però — nell’ottica del “montaggio” di cui parlavo all’inizio — di non rispettare l’ordine ovidiano e di focalizzare l’attenzione anche su alcune storie considerate minori, idea solitamente poco praticata nelle versioni per l’infanzia dell’opera di Ovidio.

Al primo e più evidente “filo”, Manaresi ha poi intrecciato un secondo, quello delle emozioni, delle relazioni, degli amori, delle gelosie. «Per me è importantissimo, quando porto la mitologia ai bambini e ai ragazzi, che loro possano capire che vengono messe in scena delle dinamiche che li riguardano» spiega infatti l’autrice.

Laura Manaresi, Giovanni Manna, “Metamorfosi. Gli dei, gli umani e la natura. I miti della trasformazione”, Rizzoli, febbraio 2021
(foto: Frizzifrizzi)

Per quanto riguarda le immagini, Manna si è ispirato — come racconta nella già citata intervista di Rai Cultura — all’arte pompeiana e romana per le atmosfere e gli sfondi, che sembrano «consumati dal tempo», mentre i numerosi drappi che appaiono tra le pagine sono volutamente d’impronta manierista, pieni di movimento e dinamismo per «dare la sensazione che le cose stessero accadendo in quel momento» e rafforzare la potenza di un apparato mitologico e narrativo che, dopo più di 2000 anni, è ancora attualissimo.

Alla sua tecnica d’elezione, l’acquerello, Manna ha aggiunto elementi disegnati a matita, che entrano nella tavole come idee di “non finito”, come fasi di passaggio e rappresentazioni dei fugaci pensieri di chi legge, che possono perdersi in un dettaglio, o risalire il fiume del tempo per andare a ripescare un ricordo.

Laura Manaresi, Giovanni Manna, “Metamorfosi. Gli dei, gli umani e la natura. I miti della trasformazione”, Rizzoli, febbraio 2021
(foto: Frizzifrizzi)

Pensato per un pubblico dai nove/dieci anni in su, in realtà le Metamorfosi di Manaresi e Manna funzionano anche per bambine e bambini di età inferiore — mia figlia più grande (dodicenne), oltre ad aver amato tantissimo il libro, da grande appassionata dei miti greci e romani quale è, l’ha letto alla sorellina di sei anni, con grande apprezzamento di quest’ultima, che durante l’ascolto si è completamente immersa nelle immagini (quando succede te ne accorgi perché non ti fa girare pagina finché non ha finito di perdersi in ogni dettaglio).
Il messaggio, dopotutto, arriva forte e chiaro a ogni età. E lo riassume perfettamente Pitagora nell’ultimo capitolo:

«La Terra è la migliore delle madri. Per vivere ci bastano i suoi doni: l’acqua delle fonti, il latte del bestiame, la frutta e il grano. Non combattete, non uccidete. Non vedete che tutto cambia? Passano le stagioni, la neve si scioglie e spunta l’erba tenera. Le piante germogliano, crescono e si seccano. Anche il nostro corpo cambia continuamente, nasciamo, cresciamo e invecchiamo: già domani saremo diversi da oggi! La notte diventa giorno, e poi la luce cede di nuovo il passo al buio più nero.
Niente resta uguale. Le epoche passano, sorgono nuovi regni e altri vengono sconfitti. I fiumi scavano vallate, le paludi si seccano ma sgorgano nuove fonti, gli incendi bruciano, persino la terra trema e si muove! Niente conserva a lungo lo stesso aspetto, ma nell’universo immenso niente finisce, credetemi. Tutto si trasforma».

Laura Manaresi, Giovanni Manna, “Metamorfosi. Gli dei, gli umani e la natura. I miti della trasformazione”, Rizzoli, febbraio 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Laura Manaresi, Giovanni Manna, “Metamorfosi. Gli dei, gli umani e la natura. I miti della trasformazione”, Rizzoli, febbraio 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Laura Manaresi, Giovanni Manna, “Metamorfosi. Gli dei, gli umani e la natura. I miti della trasformazione”, Rizzoli, febbraio 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Laura Manaresi, Giovanni Manna, “Metamorfosi. Gli dei, gli umani e la natura. I miti della trasformazione”, Rizzoli, febbraio 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Laura Manaresi, Giovanni Manna, “Metamorfosi. Gli dei, gli umani e la natura. I miti della trasformazione”, Rizzoli, febbraio 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Laura Manaresi, Giovanni Manna, “Metamorfosi. Gli dei, gli umani e la natura. I miti della trasformazione”, Rizzoli, febbraio 2021
(foto: Frizzifrizzi)
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