Il tempo sospeso: da Librimmaginari una mostra collettiva di poster negli spazi urbani di Viterbo

Chiudere tutto. Tutto chiuso. E allora la cultura — quando può, quando ha non tanto la volontà quanto piuttosto lo spazio per farlo — si sposta per strada, dove l’aria diluisce la concentrazione di virus e il vento dà una rinfrescata ai pensieri.
Quello dell’esposizione sugli spazi di pubblica affissione — in questi anni l’hanno dimostrato due progetti eccellenti come CHEAP e Affiche — è un format capace di regalare alla città non soltanto bellezza ma anche spunti e riflessioni preziose. Abbattendo le ideali pareti, chi espone, chi organizza e chi visita si incontrano virtualmente in temporanei spazi di imprevedibilità. E il semplice passante si fa spettatore: volente o nolente, viene coinvolto e diventa complice di un messaggio “alt(r)o”, che non è funzionale alla vendita di oggetti, servizi e desideri, ma che tenta di instaurare un discorso.

(courtesy: Librimmaginari)

Soprattutto in tempo di pandemia, gli spazi di pubblica affissione diventano quindi delle gallerie d’arte a cielo aperto. Stanno nella città, ma al contempo portano altrove, finestre aperte su mondi, immaginari, possibilità. Quelle cornici rettangolari, liberate — più che abbandonate — all’erosione degli elementi e all’eventuale sabotaggio, agiscono sul territorio e dal territorio sono agite.
Ed è proprio al suo territorio, quello di Viterbo, che il festival Librimmaginari dedica Il tempo sospeso, una mostra realizzata, appunto, per le vie della città.

Organizzato da Arci Viterbo, con la curatela di Marcella Brancaforte e Marco Trulli, Librimmaginari da 10 anni promuove le arti del disegno e dell’illustrazione attraverso mostre, incontri, dibattiti, presentazioni e laboratori.
In occasione del decimo anniversario, vista la situazione, il festival ha pensato a questo progetto speciale che ha il sapore del dono più che della (comunque sacrosanta) autocelebrazione.
A essere coinvolti, alcuni degli artisti che in questi anni hanno partecipato al progetto: Roberto Catani, Luogo Comune, Camilla Falsini, Virginia Mori, Simone Rea, Giovanna Ranaldi, Alex Raso, Giorgio Santucci, Antonello Silverini, Studio tuta, Studiovagante, Elisa Talentino, Gianluigi Toccafondo e Lida Ziruffo. E in più un omaggio ad AkaB, purtroppo scomparso poco più di un anno fa.

Roberto Catani, “Io resto qui” (foto: Chiara Ernandes | courtesy: Librimmaginari)
Giovanna Ranaldi, “Incontro” (foto: Chiara Ernandes | courtesy: Librimmaginari)

Il titolo della mostra, Il tempo sospeso, si rifà ovviamente alla situazione attuale, interpretata dallз artistз coinvoltз con opere che parlano sia alla dimensione pubblica che a quella più intima, in relazione a questo “nuovo” vivere che tutti, nel disorientamento più totale, stiamo sperimentando.
«Abbiamo assistito a un immediato blocco di tutte le attività sociali — scrivono gli organizzatori —, abbiamo immaginato la città senza poterla vedere per giorni e giorni, uscendo solo per le funzioni di prima necessità. In questo modo la natura, in alcuni casi la fauna selvatica, hanno reagito a questa sospensione del tempo riprendendosi spazio, colonizzando spazi urbanizzati. Questa sospensione del tempo, irreale e onirica, si perpetua nell’attualità attraverso un filtro, la mascherina, che ci rende a tratti irriconoscibili, necessariamente distanti, ovattati.Continuiamo a vivere un tempo precario, una distopia. Una bolla spazio temporale in cui le immagini possono raccontare il reale o offrire vie di fuga, straniamenti. I manifesti indagheranno questo tempo urbano sospeso, irreale con intromissioni immaginarie dal privato al pubblico; storie sospese, narrazioni interrotte, sogni a occhi aperti su una vita pubblica che non possiamo rassegnarci a perdere».

Il progetto è stato inaugurato con una diretta Facebook (che si può vedere qui) e i manifesti rimarranno esposti fino al 6 dicembre.
Nei prossimi giorni ci saranno anche incontri — sempre online — e letture. Per restare aggiornati sul programma basterà seguire Librimmaginari e l’evento su Facebook.

Virginia Mori, “Gattara” (foto: Chiara Ernandes | courtesy: Librimmaginari)
Giorgio Santucci, “Il pensatore” (foto: Chiara Ernandes | courtesy: Librimmaginari)
Antonello Silverini, “Babooshka” (foto: Chiara Ernandes | courtesy: Librimmaginari)
Alex Raso, “My blue hippo” (foto: Chiara Ernandes | courtesy: Librimmaginari)
Lida Ziruffo, “RESETtlement” (foto: Chiara Ernandes | courtesy: Librimmaginari)
Elisa Talentino, “Nonna” (foto: Chiara Ernandes | courtesy: Librimmaginari)
Gianluigi Toccafondo, “Certi siri viu navi” (foto: Chiara Ernandes | courtesy: Librimmaginari)
AkaB, “Defragment – 112” (foto: Chiara Ernandes | courtesy: Librimmaginari)
Camilla Falsini, “Big fauna comes to town. Coccodrillo striato” (foto: Chiara Ernandes | courtesy: Librimmaginari)
Luogo Comune, “While city sleeps” (foto: Chiara Ernandes | courtesy: Librimmaginari)
Simone Rea, “Incontriamoci sull’albero” (foto: Chiara Ernandes | courtesy: Librimmaginari)
Studiovagante, “Solido incerto” (foto: Chiara Ernandes | courtesy: Librimmaginari)
Studio tuta, “Hic et nunc” (foto: Chiara Ernandes | courtesy: Librimmaginari)
Un messaggio

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