Soviet Visuals: l’estetica sovietica in un libro

Nata nel 1990, appena un anno prima della dissoluzione dell’Unione Sovietica, Varia Bortsova è una sorta di archeologa che, attraverso le piattaforme social, va a ripescare e pubblicare alcune delle tessere che componevano il complesso e controverso mosaico di quella che era la vita dietro alla cortina di ferro.
Con alle spalle una carriera da ballerina professionista e una laurea in lingue e giornalismo, è grazie ai ricordi di famiglia che Bortsova ha incominciato ad cercare quel che restava della “galassia URSS” che fece appena in tempo a vedere (ma non a ricordare, essendo all’epoca troppo piccola).
«Dopo aver scoperto l’archivio di videocassette e videocassette dei miei genitori — dice — sono rimasta affascinata dal collezionare i resti di quell’epoca, espandendo la mia ricerca a biblioteche, album di foto di amici e oscuri mercatini delle pulci».

Nel 2016, con una bella raccolta di materiali già in suo possesso, Bortsova ha lanciato l’account Twitter @sovietvisuals, riscuotendo immediatamente un grande successo e un numeroso seguito. A quello si sono poi aggiunti un sito, Soviet Visuals, una pagina Facebook e un account Instagram, che oltre a intercettare un grande pubblico fungono anche da bacino di raccolta di materiali inviati da altrз appassionatз e collezionistз da tutto il mondo.

Varia Bortsova, “Soviet Visuals”, Bloomsbury, ottobre 2020 (fonte: amazon.com)

«Ogni imbarazzante istantanea di matrimonio, ogni registrazione televisiva e ogni pagina di catalogo di moda accuratamente piegata è, in un certo senso, uno sguardo alla vita di quasi 300 milioni di sovietici mentre sperimentavano amore e dolore, celebravano i compleanni dei loro figli, si univano alla (unica) festa, ridevano, piangevano e sognavano nei sanatori, nelle prigioni, nelle cucine comuni e nelle ricercatissime automobili», spiega la fondatrice di Soviet Visual.

Ben cosciente degli aspetti critici che il fenomeno della nostalgia sovietica si porta dietro — la stereotipizzazione e la celebrazione (volontaria o meno) di un periodo storico che, tra qualche luce e molte ombre, sfugge a ogni tentativo di semplificazione — Bortsova afferma che «per alcuni il progetto incarna il retrogusto nostalgico di un passato condiviso; per altri, uno sguardo dietro la cortina di ferro e un’opportunità per riflettere criticamente sulle norme sociali e culturali del tempo. Il progetto non è in alcun modo un tentativo di glorificare o giustificare i costrutti ideologici e le pratiche totalitarie dell’URSS; provo profonda commiserazione per le vittime dei numerosi orrori e brutalità del sistema sovietico. Tuttavia, è importante riconoscere i vari elementi della propaganda che sono stati intessuti nel tessuto della vita quotidiana dei cittadini sovietici, come si vede in molte delle immagini».

Varia Bortsova, “Soviet Visuals”, Bloomsbury, ottobre 2020 (fonte: amazon.com)
Varia Bortsova, “Soviet Visuals”, Bloomsbury, ottobre 2020 (fonte: amazon.com)

Quattro anni dopo il primo tweet, e a pochi mesi dall’immagine più condivisa nella storia di Soviet Visuals (questa), il progetto è ora diventato un libro che raccoglie il meglio di quanto finora uscito online.
Diviso in capitoli tematici — scienza e tecnologia, moda e design, sport e salute, lavoro, famiglia e cibo e bevande — il volume è una sorta di macchina del tempo e di catalogo estetico di un mondo che, per noi occidentali, è spesso al di là di ogni immaginazione. Come nei post sui social, a colpire, nel libro, non sono tanto i materiali ufficiali (la propaganda, i poster, le foto di regime) ma quelli privati, rimasti perlopiù al di fuori della Storia con la S maiuscola.

Pubblicato dalla casa editrice britannica Bloomsbury, Soviet Visuals si acquista online.

Varia Bortsova, “Soviet Visuals”, Bloomsbury, ottobre 2020 (fonte: amazon.com)
Varia Bortsova, “Soviet Visuals”, Bloomsbury, ottobre 2020 (fonte: amazon.com)
Varia Bortsova, “Soviet Visuals”, Bloomsbury, ottobre 2020 (fonte: amazon.com)
Varia Bortsova, “Soviet Visuals”, Bloomsbury, ottobre 2020 (fonte: amazon.com)
Varia Bortsova, “Soviet Visuals”, Bloomsbury, ottobre 2020 (fonte: amazon.com)
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