Guscio – Storie da esplorare: un progetto di tesi di Alessia Elettra Campana

Un po’ albo illustrato, un po’ gioco: una casa pluri-familiare di carta da montare, composta da 12 appartamenti pop-up

Qualche tempo fa ho appuntato alcuni passaggi di un bell’articolo uscito sulla rivista culturale Antinomie, nel quale l’artista bolognese Adelaide Cioni parla dell’idea di casa.
«[…] Per tutto il tempo mi sono chiesta che cosa significasse casa per me. È il luogo in cui dormo? È il luogo per il quale faccio la spesa? Dove lavo il pavimento? Dove mi faccio la doccia, mi lavo i denti? Ma tutte queste cose le posso fare vivendo a casa d’altri. Alla fine l’unica risposta possibile mi è sembrata: casa è dove posso posare i miei oggetti senza pensare a quando dovrò portarli via. La casa è un tempo quindi. Strano, avevo sempre pensato alla casa come a uno spazio», scrive Cioni, che più avanti lo descrive come «un tempo che non procede in maniera lineare, storica, ma ripetitiva, circolare. Un tempo che ha la qualità dell’“eterno”. Si potrebbe dire che sia il tempo dei miti greci, in cui le cose diventano significative per frequentazione, per ripetizione».
Un concetto, quello della casa come tempo, che trovo assai affascinante, e sul quale ho avuto modo di riflettere soprattutto alla luce delle molte discussioni recenti attorno allo smartworking e alle sue dinamiche, tra cui proprio quella del “tempo del lavoro” che si intreccia intimamente col “tempo privato” della dimensione domestica.

Il lavorare da casa, situazione in cui io stesso mi trovo ormai da oltre un decennio, è effettivamente una questione di tempo, più che di spazio. Ed è sempre il tempo “eterno” — i ritmi, le abitudini, i riti del vivere — che ci portiamo dietro, senza bisogno di metterlo dentro a uno scatolone, durante un trasloco da uno spazio a un altro.

Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)
Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)

Dentro a un condominio dunque coesistono, in spazi che hanno talvolta le medesime dimensioni, tempi anche molto differenti gli uni dagli altri, strutturati sulle abitudini di chi li abita (la somma o la sintesi delle abitudini quando si tratta di famiglie, coppie, coinquilini). Tempi che a loro volta modellano (arredano) gli spazi e danno loro un’anima; e che, quando si accavallano e si intrecciano, come succede appunto in un condominio, possono innescare conflitti anche terribili.
E quando, dalla strada, sbirciamo nelle finestre altrui, tentando di immaginare le stanze dai pochi indizi intravisti, e le persone che vi si muovono, proviamo anche a intuire com’è che si vive là dentro, “che tempo c’è”, idea che rimanda immediatamente a un capolavoro della letteratura come La vita istruzioni per l’uso di Georges Perec — un iper-romanzo, come lo definì Calvino, in cui gli appartamenti diventano contenitori di storie e tempi differenti.

Proprio La vita istruzioni per l’uso è servita da ispirazione alla giovane illustratrice Alessia Elettra Campana per il suo progetto di tesi: Guscio – Storie da esplorare.

Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)

Riminese, Alessia Elettra si è da poco diplomata all’ISIA di Urbino, dove ha sviluppato l’idea, creando quello che lei stessa definisce come «un libro-gioco che una volta montato diventa un condominio di carta composto da 12 appartamenti pop-up da abbinare a piacimento, che raccontano le vite di diversi inquilini: dagli studenti in affitto all’anziano solo, dalle minoranze etniche alle nuove famiglie Lgbt+».

Per saperne di più, le ho chiesto di parlarmi del progetto, per il quale sta cercando un editore che possa pubblicarlo.

Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)

Guscio è il progetto conclusivo del mio corso di studi specialistici in Illustrazione all’ISIA di Urbino. I libri animati hanno sempre sortito in me un effetto di meraviglia, specialmente l’idea che la carta, un materiale così semplice e comune, potesse acquistare la terza dimensione e diventare una scultura in grado di nascondersi tra due fogli.

Sebbene in ISIA non ci sia attualmente nessun corso specifico dedicato al pop-up, grazie alla conoscenza con il prof. Giuseppe Biagetti, titolare di una tipografia che si occupa anche di cartotecnica, ho deciso di sfruttare l’occasione offerta dall’elaborato finale per sperimentare la realizzazione di Guscio, una casa pluri-familiare di carta da montare, composta da 12 appartamenti pop-up.

Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)
Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)

Ammetto di aver intrapreso questo progetto con molto entusiasmo accompagnato però da una buona dose di incoscienza, sottovalutando l’entità del lavoro che mi si prospettava davanti e che rappresentava una totale incognita, dato che a parte alcuni libri animati di genere e alcune case delle bambole di carta non esisteva niente di simile a cui potessi fare riferimento.

Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)

L’idea iniziale era “semplicemente” quella di costruire un palazzo di carta. Passeggiando ho sempre sbirciato dentro ad ogni porta e finestra aperta e fantasticavo sull’idea di poter ricreare un diorama casalingo dove fosse possibile praticare nel piccolo lo stesso gesto, attraverso aperture fustellate sui muri di carta.

Poi il confronto con diverse problematiche progettuali tra cui la configurazione di un pubblico come quello infantile (che richiede soluzioni specifiche sui contenuti e sulla fruibilità del manufatto) ha gradualmente condotto alla forma attuale del progetto, che è qualcosa di unico nel suo genere: Guscio infatti è un ibrido, un po’ albo illustrato (infatti ha una parte testuale che si accompagna alla rappresentazione visiva, oltre che le 12 storie-appartamento si presentano come singoli libretti), un po’ gioco (si presenta in una scatola e il lettore ha un ruolo attivo nella creazione dell’edificio) e un po’ giocattolo (ha una parte importante di interazione manuale, e infine diventa un oggetto con una sua presenza fisica nello spazio).

Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)

La progettazione è durata in totale più di un anno e mezzo.
Avevo appena preso le prime mosse quando un amico mi consigliò la lettura del romanzo La vita istruzioni per l’uso di Georges Perec, libro che si è poi rivelato prezioso per lo sviluppo della mia idea.

Mentre lo leggevo, ricordo di essere rimasta stupita dal fatto che Perec sembrava esser riuscito a realizzare in letteratura esattamente ciò a cui io volevo dar forma con la carta. Perec con la sua opera è arrivato a portare il mondo all’interno di un condominio parigino, utilizzando modalità narrative che vedono ogni dettaglio, a partire da quelli apparentemente più trascurabili, come una porta in grado di aprirsi su altre vicende, in altri punti dello spazio e del tempo. Non una storia lineare quindi, ma un apparato di connessioni potenzialmente infinite, che conducono il lettore non in un luogo preciso ma in un’operazione di esplorazione senza sosta.

Ispirata da questo modello così esauriente e libero, ho cercato di costruire un apparato che il più possibile vi si avvicinasse negli intenti, sia a livello di modalità di fruizione che di rappresentazione e sceneggiatura. 

Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)

In ogni unità pop-up di Guscio è rappresentato un ambiente della casa dove vive un diverso abitante ed è descritto un aspetto della sua vita, spaziando da quella interiore ai gusti personali e alle abitudini.

Il giocatore ha la possibilità di accostare gli appartamenti/storie lasciandosi ispirare anche dalle situazioni che avvengono su finestre e balconi o dall’intreccio narrativo che unisce gli inquilini, in modo non vincolante, per far sì che ci sia più libertà possibile di esplorare le narrazione e costruire la propria versione del palazzo.

Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)

Nella scelta degli abitanti ho cercato di rappresentare un campione variegato, ma realistico, di inquilini del condominio medio italiano, spaziando tra varie realtà familiari e sociali, dalle più tradizionali ad altre più nuove.

Era importante per me l’idea di creare un progetto inclusivo, che convogliasse l’attenzione su ciò che può accomunarci piuttosto che su quello che ci differenzia, perciò nella narrazione ho optato sempre per soluzioni poco didascaliche.

Fondamentali sono stati gli incontri con la comunità cinese e quella senegalese di Rimini, che mi hanno aiutato a capire come le usanze culturali di diversi popoli influenzano la gestione degli spazi nelle case dei migranti, e con alcuni attivisti della comunità queer con cui abbiamo dialogato a proposito della realtà attuale dei nuclei familiari LGBT+ in Italia.

Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)

A livello di intenti di contenuto mi sono concentrata specialmente sul concetto di quotidiano. Penso che la quotidianità abbia un fascino particolare perché è di questo che sono fatte le nostre vite, a dispetto dello straordinario che invece viene più spesso portato in scena mettendo in ombra il resto. Oltretutto è un ottimo spunto di riflessione sull’universale e il particolare: proprio negli spazi della casa è così evidente quanto tutti abbiamo le stesse necessità di base (come uno spazio riparato per vivere), che però si declinano in forme sempre diverse per ciascuno.

Volevo che il mio progetto, attraverso questo tema, rendesse possibile in chi osserva un atto di riconoscimento e al contempo l’inclusione della diversità.

Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)

Ho cercato di riportare l’idea della convivenza anche nella rappresentazione grafica e nell’identità visiva.
Le illustrazioni sono eseguite con una tecnica mista tra tradizionale e digitale, con molta attenzione al dettaglio che a volte ho realizzato inserendo direttamente materiale fotografico.
La scelta del bianco e nero è stata importante per evitare comunque di sfociare in uno scimmiottamento della realtà e stimolare piuttosto l’immaginazione di chi guarda, che è libero di conferire un proprio colore alle mie immagini.

Nell’identità visiva ho usato un lettering della parola Guscio composto da font di più stili accostati e idealmente contenuti entro il contorno rosso di un palazzo. Guscio vuole essere proprio un contenitore di storie e di vita, nome che volutamente richiama al mondo organico, in tutta la sua fragilità e il suo mistero.

Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)
Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)
Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)
Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)
Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)
Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)
Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)
Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)
Alessia Elettra Campana “Guscio – Storie da esplorare” (courtesy: Alessia Elettra Campana)
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