Il procrastinatore seriale lo sa, non c’è nulla di peggio di una pandemia per continuare nella sua attività preferita. Non ci sono più scuse che reggano, la scelta diventa tra la noia o finalmente prendere in mano uno dei tanti progetti fantasticati e poi dimenticati. A Francesco Bonvecchio, grafico presso La Sportiva, non ho chiesto se faccia parte della categoria o meno, ma sono più che certa che abbia optato più per la seconda opzione che per la prima.
È il mese di aprile e in pieno lockdown decide di dare corda a quella parte creativa di sé che lo spinge a realizzare un progetto suo, ma non troppo. Lo chiama Self Developing Story e lo immagina così: 60 persone, 60 tavole da realizzare, 60 minuti per realizzare la propria, nessun tema imposto dall’alto, la parola d’ordine è creatività, acerrima nemica della noia da quarantena.
Chi coinvolgere allora? Francesco si fa dare una mano da Alessio, che non solo partecipa al progetto ma lo aiuta a fare ordine alla lunga lista di nomi che cominciano a spuntare grazie anche al passaparola dei partecipanti stessi. Dentro ci sono arrampicatori, lavoratori di un supermercato, attori teatrali, illustratori e chi più ne ha più ne metta. All’inizio sono intimoriti dalla proposta, sentono il compito più grande di loro, ma poi scoprono doti creative inesplorate.
E adesso Self Developing Story, che nel mese di giugno ha chiuso i battenti con il ritorno alla normalità, è un bellissimo contenitore di storie speciali racchiuse in un foglio, delle volte intime, delle volte meno, delle volte angoscianti, delle volte piene di luce. Le trovate qui assieme ai nomi di tutti quei partecipanti che non avrebbero mai pensato di far parte di una fanzine. Non vi svelo altro, buona immersione!