See In Black: un progetto per dare visibilità alle fotografe e ai fotografi neri e supportare la comunità

Era il 19 giugno del 1865 — poco dopo la fine della guerra civile — quando le truppe unioniste entrarono a Galveston, in Texas, annunciando alla popolazione nera la fine della schiavitù. All’epoca il Texas era uno dei pochi stati dove vigeva ancora lo schiavismo, e da allora quel giorno viene ricordato come Juneteenth e festeggiato in tutto il paese, sebbene non sia ancora stato riconosciuto come festa nazionale a livello federale.

Quest’anno — alla luce del grande movimento di protesta contro la brutalità della polizia e il razzismo sistemico presente a tutti i livelli della società americana, mentre dal 25 maggio scorso si lotta quotidianamente per le strade e il dibattito divampa anche al di fuori dei confini americani — il Juneteenth ha assunto un’importanza cruciale e ha visto la nascita di tantissime iniziative. Tra queste, il lancio di See In Black, un progetto che mette insieme decine di fotografe e fotografi neri.

Kennedi Carter (courtesy: See In Black)
Juan Veloz, “Rise”, 2017 (courtesy: See In Black)

Fondato da due fotografi — Joshua Kissi e Micaiah Carter, entrambi di base a New York — ai quali si sono aggiunti poi aggiunti Dani Kwateng, Andre D. Wagner, Florian Koenigsberger ed Anthony Coleman, See in Black è stato creato con due finalità principali: valorizzare e dare visibilità ai quegli artisti e professionisti neri che lavorano in ambito fotografico e raccogliere fondi per associazioni e organizzazioni che operano per (e nelle) comunità nere.

«Storicamente, i neri sono stati davanti all’obiettivo della fotocamera, come argomento, e non dietro. Lo sguardo con cui eravamo visti non era il nostro. Ora, è vitale che ci facciamo noi stessi narratori del modo in cui vengono raccontate le nostre storie e di come siamo visti», spiegano Kissi e Carter.
Entrambi hanno alle spalle una bella carriera e collaborazioni con riviste importanti ma evidenziano come — pur lavorando dietro all’obiettivo — questo si traduca spesso in una mancanza dell’autonomia necessaria per trasmettere un punto di vista nero.

Braylen Dion, “Aria”, 2020 (courtesy: See In Black)

Nelle ultime settimane, mentre il movimento Black Lives Matter acquistava potenza e visibilità, sono nate in rete tantissime liste allo scopo di dare supporto, attenzione e occasioni professionali alla comunità creativa nera — fotografi, designer, type designer e fonderie tipografiche, donne e persone non binarie in ambito creativo (fondata, però, oltre un anno fa), band, artisti ed etichette musicali — ma See in Black non è semplicemente un elenco di nomi.

La prima iniziativa lanciata dal gruppo, infatti, è stata curare una selezione di scatti di quasi 80 fotografe e fotografi, messi in vendita per raccogliere denaro per cinque associazioni: Know Your Rights Camp, Youth Empowerment Project, National Black Justice Coalition, The Bail Project e Black Futures Lab, alle quali andranno il 100% dei ricavi.

Laurent B. Chevalier, “Dwine And Sons” (courtesy: See In Black)
Ray Spears, “Hands Up”, 2017 (courtesy: See In Black)

«Con la morte di George Floyd, Breonna Taylor, David McAtee, Tony McDade e altri neri nelle mani delle forze dell’ordine, See In Black si è formato come un collettivo di fotografi neri per smantellare la supremazia bianca e l’oppressione sistematica. Attraverso la vendita di immagini originali altamente curate da fotografi neri, raccogliamo fondi per sostenere cause che si allineano con la nostra visione della prosperità nera. Siamo solidali con la nostra grande famiglia nera, per agire immediatamente per migliorare la vita dei neri», dicono gli organizzatori.

Le stampe sono in vendita a 100$ l’una solo fino al 3 luglio e si possono acquistare da tutto il mondo.

Quan Brinson, “Photo, May, 26 1:31:12PM” (courtesy: See In Black)
Joshua Kissi, “nola” (courtesy: See In Black)
Micaiah Carter (courtesy: See In Black)
Melissa Alcena, “Fonz”, 2019 (courtesy: See In Black)
Jon Henry, “Untitled 13, Groveland Park, IL”, 2016 (courtesy: See In Black)
co-fondatore e direttore
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