Rêverie: i paesaggi abbandonati di Elisa Rosa Ceretta

Un tempo protagoniste di depliant pubblicitari, vacanze-premio aziendali, foto ricordo di famiglia, cartoline del lungomare, inaugurazioni celebrate sui giornali locali con sindaci a tagliare i nastri e bere spumante, le strutture turistiche in abbandono sono uno scenario di confine, un territorio liminale, una soglia che si apre contemporaneamente su un passato glorioso e un futuro incerto.
Le strutture ormai decadenti dei grandi hotel, le piscine vuote brulicanti di muffe e chiazzate di verdastri acquitrini, i parchi di divertimento diventati cumuli di ruggine e vernice scolorita sono panorami infestati di fantasmi di un tempo perduto, ma capace di rimandare ancora gli echi delle voci, gli odori delle creme solari, delle tovaglie pulite e delle schifezze fritte, il rumore delle posate, dei tuffi e delle giostre in funzione.

Culla dell’incolto, delle sterpaglie, dell’erbaccia infestante — quello che il paesaggista Gilles Clément chiama “il terzo paesaggio”, preziosissimo e ricco di biodiversità —, pur essendo resti dimenticati dell’attività umana, le rovine, come scrive l’antropologo Marc Augé nel saggio Rovine e macerie, «stranamente hanno sempre qualcosa di naturale. Come il cielo stellato, sono una quintessenza del paesaggio: quello che offrono allo sguardo è infatti lo spettacolo del tempo nelle sue diverse profondità» e «si presentano a chi le percorre come un passato che egli avrebbe perduto di vista, dimenticato, e che tuttavia gli direbbe ancora qualcosa. Un passato al quale egli sopravvive».

La fotografa Elisa Rosa Ceretta le chiama «sculture non volute della decadenza del tempo presente» e, nel suo progetto Rêverie, le accosta alla dimensione della fantasticheria e del sogno.
Classe 1991, laureata in industrial design presso l’università Iuav di Venezia, poi graphic designer e fotografa per piccole agenzie e atelier di moda a Londra, Ceretta è di Abano Terme, in provincia di Padova. Tra le località termali più importanti a conosciute a livello mondiale, la cittadina dei colli Euganei è rimasta vittima della grande crisi economica del 2008, che ha portato alla chiusura di molti degli hotel presenti tra Abano e Montegrotto.

Proprio tra quelle rovine, la fotografa ha condotto la sua esplorazione, che si è rivelata essere anche un percorso interiore.
Di seguito un assaggio del progetto Rêverie, che è tuttora in corso.
I testi sono di Ceretta, sviluppati insieme a Barbara Fabris, e contengono anche citazioni dal libro Incompiuto – La Nascita di Uno Stile.

Rêverie parla di sogni, di sogni infranti.

(courtesy: Elisa Rosa Ceretta)
(courtesy: Elisa Rosa Ceretta)

Davanti a me si stagliano rovine di templi sontuosi che riempiono gli occhi e la testa di sogni.
Sogni di evasione dal quotidiano e dalla routine.

Sogni in rovina come muri, vetri e luoghi abbattuti dal tempo e dalla crisi come se la decadenza dentro di me venisse cullata dal fallimento stesso di questi luoghi.

(courtesy: Elisa Rosa Ceretta)
(courtesy: Elisa Rosa Ceretta)
(courtesy: Elisa Rosa Ceretta)

A causa della crisi economico finanziaria del 2008, buona parte degli hotel presenti nel bacino termale di Montegrotto e Abano Terme hanno subito una grave recessione, determinando il tramonto di strutture che negli anni ’80 sono state protagoniste indiscusse del benessere di queste zone. Questi complessi, adesso macerie destinate alla demolizione, sembrano quasi paesaggi lunari, avvolti di mistero, senza facce né persone. Sono i testimoni silenti di un passato ormai remoto.

(courtesy: Elisa Rosa Ceretta)

Come in una frase riportata nel libro Incompiuto – La Nascita di Uno Stile, «Sotto molti punti di vista le rovine sono un invito a sognare. Esistono vari tipi di sogno — a volte nel presente e a volte in un passato vicino — ma sono comunque sogni.»

(courtesy: Elisa Rosa Ceretta)
(courtesy: Elisa Rosa Ceretta)
(courtesy: Elisa Rosa Ceretta)
(courtesy: Elisa Rosa Ceretta)

«Mi aggiro, virtuale, in territori lunari, tutti diversi, e simili: non vi sono facce, persone. Solo forme, strutture: essenziali, scarne, astratte. Scorgo continuità, analogie. Sembrano richiami reciproci, citazioni. Versi di balena che entrano in risonanza pur se distanti centinaia di miglia. Semisfere, torri, cubi.

Asfalti, cementi. Armati. Vetro, acciaio. Ordigni puntati verso l’alto, o l’ambiente intorno.

Grigio, in tutti i toni. Crema, azzurro tenue. Al limitare sterpaglia, gramigna, vegetazione incontrollata. Dai bordi, dalle crepe.»

Wu Ming 3

(courtesy: Elisa Rosa Ceretta)
(courtesy: Elisa Rosa Ceretta)

«Una curiosa forma di cecità mentale ci porta ad ignorarli, come se non fossero degni della nostra attenzione. Monumenti negativi delle intenzioni progettuali, essi godono, come i monumenti positivi della storia, dello status culturale di testimoni di vittorie e di sconfitte di guerre combattute in un passato remoto.»

Paul Virilio

(courtesy: Elisa Rosa Ceretta)

Dedico questo progetto a voi, ex strutture alberghiere, legate da una educata proporzione comune delle forme, simboli e sculture non volute della decadenza del tempo presente.

(courtesy: Elisa Rosa Ceretta)

Prima di vedervi scomparire per sempre.

(courtesy: Elisa Rosa Ceretta)
co-fondatore e direttore
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