Immaginate di voler cercare una prova tangibile dei danni che stiamo provocando al pianeta. È una scelta rapida e dolorosa, perchè basta guardare nel tempo il cambiamento subito dai ghiacciai. Distese bianche e azzurre che sembravano imperturbabili hanno cominciato a sparire ad un ritmo sempre più veloce. Ci stanno chiedendo aiuto da tempo e noi continuiamo a ignorarle.
Per cercare però di salvare almeno nella nostra memoria ciò che rimane di questo processo difficile da fermare, viene in nostro soccorso il fotografo tedesco Jan Erik Waider con la sua ultima serie fotografica, Portraits of Glaciers. I suoi scatti dall’alto in bianco e nero immortalano luoghi che in Islanda e Norvegia potrebbero diventare presto solo un ricordo. L’assenza dei colori sembra voler esprimere la loro rabbia nei nostri confronti, la durezza che hanno sviluppato per proteggersi dai nostri atti sconsiderati.
La cosa che apprezzo di più è che Jan, da sempre affascinato da questo mondo, abbia scelto la parola ritratti per indicare questo suo ultimo lavoro, come se volesse umanizzare i ghiacciai, renderli persone che ci stanno sfuggendo e devono essere immortalate per ricordarne il passaggio su questa terra. Che siano queste le cartoline del passato che invieremo alle future generazioni?














