All’età di poco più di 60 anni, mia nonna decise di tornare a studiare: seguiva alcuni giorni a settimana delle lezioni per suoi coetanei di spagnolo, biologia e molte altre materie. Era diventata nuovamente una bambina curiosa e, nei pomeriggi passati assieme, era per me un’ottima compagna di studio. Non appena si alzava per andare in un’altra stanza, allungavo la mano sul suo quaderno ad anelli di biologia e mi ci perdevo dentro: la cosa che mi affascinava di più è che non si limitava a prendere appunti, ma usciva in mezzo alla natura e cercava foglie, piante, semi e trovava un modo per incollarli alle pagine. Era come sfogliare un erbario scritto a mano.
Quando nel mio continuo scrollare su Instagram ho trovato il profilo @anywhere_atlas, gestito da Roberto Bianchi, ho avuto un piccolo tuffo al cuore, che non significava per fortuna una potenziale cardiopatia che continuo a temere da brava ipocondriaca, ma un ritornare a quelle pagine pesanti.
Roberto non ha preso ispirazione dalla curiosità di mia nonna, che non era mai sazia, ma dalla sua passione per la natura — ancora meglio se prevede delle montagne come sfondo — e da certe composizioni che lo chef Renè Redzepi condivide sul suo di profilo Instagram. Osservando per bene dove solitamente ci limitiamo a mettere i piedi e nulla più, o magari sulla parete di qualche roccia, Roberto trova dettagli delle sue esperienze in mezzo al verde del Trentino Alto Adige o della Lombardia, del terrazzo di sua mamma o del parco di quartiere. Quegli elementi diventano poi ingredienti di una ricetta ben realizzata sul palmo della sua mano, che fa da piatto e da sostegno, rendendo il tutto perfetto per essere immortalato e di una semplice bellezza che fa bene al cuore, anche a quello dei cardiopatici immaginari come me.
Mia nonna si sarebbe divertita a dirmi cosa c’era su ogni mano e anche se non è più qui, scrollo volentieri il profilo di questo progetto di Roberto e ci provo da sola, senza guardare su internet. La prossima volta spero di raccogliere anche io qualcosa, passeggiando su un sentiero di montagna o in mezzo ad una pineta vicino casa, e di non limitarmi a guardare il mondo attraverso il mio telefono.