Gun Shop: un’ipnotica animazione sul problema delle armi da fuoco negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti d’America circolano ben 393 milioni di armi da fuoco1, contando solo quelle “civili”, detenute sia legalmente che illegalmente.
Nel calcolo sono dunque escluse quelle militari e quelle in possesso delle forze di polizia.

Per una popolazione di circa 329 milioni di abitanti, significa una media di circa 1,19 armi da fuoco a testa, dall’infante all’ultracentenario.
Le politiche di regolamentazione cambiano di stato in stato ma nel complesso quello degli USA è il popolo più armato del mondo. Per fare un paragone: in India (1,34 miliardi di abitanti) il conto di pistole & affini si ferma a 71 milioni; in Cina (1,4 miliardi) a 49 milioni; mentre in Serbia e Montenegro — le nazioni europee con la densità più alta di armi da fuoco private — ce ne sono 39 ogni 100 abitanti, contro le 120 degli statunitensi.

Su questo feticismo per le armi — che è anche e soprattutto una piaga sociale — il plurepremiato regista e animatore Patrick Smith (che in passato ha lavorato per Walt Disney come storyboard artist e a MTV, come direttore di animazione dell’indimenticata serie Daria) ha realizzato un piccolo cortometraggio, all’apparenza semplicissimo ma dall’effetto assai disturbante: Gun Shop.

Smith ha infatti filmato in stop motion migliaia di armi — 2.328 per la precisione — mettendole una dopo l’altra a 24 fotogrammi al secondo, cioè la classica frequenza di una pellicola cinematografica, accompagnate da un vivace tappeto sonoro di percussioni.

«Negli ultimi anni ho compreso il notevole potere visivo degli oggetti. Gli oggetti di ogni giorno, quelli che ci circondano nella vita quotidiana, o che sono mostrati nei media, sono un veicolo credibile per esprimere molte idee sul nostro mondo. […] Sono spesso banali, ma a volte straordinari. Ho scoperto che una semplice giustapposizione di 24 fotogrammi al secondo e una sincronizzazione audio coreografata possono dare vita a tali oggetti, creando un effetto ipnotico che ha la spiccata capacità di trasmettere idee complesse e interpretazioni visive riguardo a temi come la cultura, l’economia e la filosofia», ha scritto Smith descrivendo il pensiero alla base del cortometraggio, che oltre a pistole e mitragliette vere a un certo punto passa anche a quelle giocattolo, aumentando la già potente sensazione di straniamento dello spettatore.

Presentato nei festival di tutto il mondo, Gun Shop ha già vinto diversi premi, ed ora è stato caricato su Vimeo, segnalato tra gli “Staff Pick”.

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