Elemento fondamentale dell’identità visiva di aziende, istituzioni e luoghi, il logo è anche l’aspetto della progettazione grafica più “esposto” al grande pubblico, quello dei non addetti ai lavori.
Nati e cresciuti in un mondo pieno di mele morsicate, swoosh, archi dorati, cavallini rampanti e biscioni, sono i loghi — più di ogni altro elemento grafico — a scatenare in noi reazioni emotive profonde, che vanno dalla fiducia alla nostalgia, dal desiderio all’odio più profondo (ecco il motivo per cui, ogni volta che una grande realtà ormai entrata nelle vite di molti presenta un nuovo logo, si leva un coro di voci contrarie o a favore, dibattiti aspri e pieni di partigianeria che solo le grandi passioni riescono a innescare).
Cos’è, tuttavia, che fa di un logo un buon logo? Anche in questo caso le opinioni sono numerose, anche molto diverse tra loro, e riempiono gli scaffali di biblioteche, librerie e università.
Steven Heller e Gail Anderson hanno provato a raccogliere alcuni tra i migliori, ma non per fare inutili classifiche quanto piuttosto per usarli come esempi virtuosi di quelle che possono essere definite come delle ottime idee progettuali.
Quarto capitolo della serie Idea Books, curata per la casa editrice britannica Laurence King da Heller e Anderson — entrambi esperti indiscussi nell’ambito della cultura visiva — The Logo Design Idea Book mette assieme 50 tra i migliori loghi, vecchi e nuovi, sottolineando per ciascuno l’aspetto più interessante, un format già sperimentato con successo nei precedenti volumi, dedicati a grafica, tipografia e illustrazione.
Il libro, 128 pagine, si acquista anche su Amazon.
