Tatanka Journal: raccontare i fatti attraverso una rivista fatta di poster illustrati

Le tribù dei nativi americani delle pianure avevano un’usanza, un rito che celebrava la caccia, fungeva da documento storico, serviva a tramandare storie e informazioni fondamentali, e teneva unite le famiglie e la comunità, oltre a essere uno splendido esempio di information design vernacolare.

Questo rito ha molti nomi — la tribù dei Lakota lo chiamava waníyetu wówapi, dove waníyetu significa anno e wówapi vuol dire tutto ciò che può essere letto o contato — e consisteva nel disegnare su una pelle animale (preferibilmente quella di bisonte, ma si usavano anche cervi e, all’occorrenza, tessuti) dei pittogrammi che rappresentavano gli eventi salienti.
Ce n’erano alcuni che avevano un solo pittogramma per tutto l’anno. Altri, più particolareggiati, assegnavano un’immagine a ogni mese. Talvolta servivano a un’intera tribù ma in alcuni casi erano redatti e conservati da una singola famiglia.

Tatanka Journal n.5 (fonte: tatankajournal.com)

Ispirato da questa affascinante tradizione, un gruppo di studenti dei bienni specialistici di Editoria e Illustrazione dell’ISIA di Urbino ha deciso, l’anno scorso, di provare a fare qualcosa di simile, traducendolo però in un linguaggio contemporaneo e proiettandolo nell’attualità, creando una rivista illustrata che — in omaggio al bisonte (tatanka), animale sacro per i nativi americani — è stata chiamata Tatanka Journal.

Come nei waníyetu wówapi le pagine del magazine raccontano, attraverso l’illustrazione o la grafica, un evento saliente, andando a formare una serie di poster che, oltre a testimoniare di un fatto, ne danno una visione personale sia nella forma che nella sostanza.
Dai porti chiusi alla morte di Marchionne, dai rifiuti di Roma ai settant’anni del vinile, dai famigerati 49 milioni della Lega al film su Stefano Cucchi, dalla legge sul copyright ai gilet gialli, in ogni numero partecipano tanti artisti e professionisti, realizzando veri e propri manifesti che si possono anche appendere alla parete.

Tatanka Journal n.5 (fonte: tatankajournal.com)

Uscito finora in numeri bimestrali, Tatanka Journal ha invece allargato il tempo e lo spazio per la quinta pubblicazione, che va a coprire da gennaio ad aprile 2019 con un giornale di grande formato che nel titolo — L’era del bisonte bianco — si rifà a una leggenda dei Lakota, secondo i quali sarebbe arrivata una donna magica e potente capace di riequilibrare il mondo e il rapporto degli uomini con la natura.

All’interno, le opere di Gwénola Carrère, Sara Ceradini, Giovanni Murolo, Filippo Fontana, Daniele Vanzo, Camilla Falsini, Giulia Conoscenti, Edoardo Marconi, Andrea Giovagnoli e Gianluca Alla.

Allegate a ogni copia del numero 5, inoltre, ci sono due cartoline che prendono spunto dai classici Memento Mori del tardo Medioevo per raccontare — tramite episodi di discriminazione avvenuti nel nostro paese negli ultimi sei mesi — l’Italia che odia il diverso.
Illustrate da Andrea Mantani, le cartoline sono state stampate in risograph da Inuit.

Tatanka Journal n.5 (fonte: tatankajournal.com)

Progettato da Francesco Len e Jacopo Undari, che è anche direttore artistico, il magazine è realizzato da una redazione composta da Caterina Birolo, Lorenzo Feliciani, lo stesso Francesco Len, Sara Ceradini e Patrizio Cacciari.
La grafica è a cura di Undari e di Caterina Birolo, lo sviluppo web è in mano a Marco Crivellaro mentre i caratteri tipografici usati sono il Tatanka Serif, disegnato da Jennifer Lavia e l’Allianz Grotesk di Gianluca Ciancaglini.
Dettaglio curioso: la carta usata si chiama Bisonte.

Per acquistarne una copia — e così scoprire cosa si cela sulla copertina piena di puntini da unire — si può scrivere a [email protected].

Tatanka Journal n.5 (fonte: tatankajournal.com)
Tatanka Journal n.5 (fonte: tatankajournal.com)
Tatanka Journal n.5 (fonte: tatankajournal.com)
Tatanka Journal n.5 (fonte: tatankajournal.com)
Tatanka Journal n.5 (fonte: tatankajournal.com)
Tatanka Journal n.5 (fonte: tatankajournal.com)
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