Come leggere più libri nell’era d’oro dei contenuti

La prima cosa che la maggior parte di noi fa, al mattino, è controllare il telefono. E da lì fino all’ultimo gesto prima di mettersi a dormire (cioè, di nuovo, controllare il telefono) le giornate sono piene di notifiche, articoli da leggere, flussi infiniti di post e tweet e immagini da scorrere, e poi podcast da ascoltare, longform da recuperare tra quelli consigliati dagli amici o segnati con uno dei tanti segnalibri digitali che continuano a riempirsi di più materiale di quanto saremmo in grado di consultare in un paio di vite, fino al relax serale con serie tv e film su Netflix e Prime Video.

In tutto questo consumo di contenuti, saltellando dall’uno all’altro quasi ininterrottamente, ciò che rimane fuori sono i libri. E chi era abituato a leggerne molti1 poi usa i social media — cioè quegli stessi strumenti che gli stanno succhiando via tempo per leggere — per lamentarsi di non avere il tempo di leggere.

Il tema non è certamente nuovo, ma il regista americano Max Joseph ha deciso di farlo diventare il soggetto di un piccolo documentario che si intitola BOOKSTORES: How to Read More Books in the Golden Age of Content e parte da un assunto condiviso da molti: le librerie l’hanno sempre fatto impazzire. Sapere che negli anni che ti restano da vivere non riuscirai a finire nemmeno un piccola parte di tutti quegli scaffali, che peraltro vengono continuamente riempiti di nuovi titoli, con copertine bellissime, fascette accattivanti, etichette coi consigli dei librai, recensioni dei critici…

Da lì Joseph alterna visite ad alcune tra le più belle librerie, tra Europa e Sud America, a dialoghi con alcuni esperti per trovare strategie — “molto americane” ma interessanti — su come riuscire a staccare da tutti gli altri contenuti e dedicare dei momenti della giornata alla lettura.

Il documentario è interamente in inglese ma anche per chi non lo mastica tantissimo non è così difficile arrivare alla fine senza aver apprezzato quella che è tutto sommato un celebrazione di quel meraviglioso dispositivo culturale chiamato libro, di quei luoghi straordinari chiamati librerie, e portando a casa pure un po’ di buoni consigli per (ri)cominciare a leggere di più.

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