Il 3 maggio del 1991, durante un seminario dell’Unesco organizzato a Windhoek, in Namibia, le principali testate giornalistiche africane redassero un documento sulla libertà di stampa, la cosiddetta Dichiarazione di Windhoek, adottato poi in ogni parte del mondo.
Due anni dopo, nel 1993, proprio il 3 maggio è stato scelto dalle Nazioni Unite come data per la Giornata mondiale della libertà di stampa, che da allora coincide con iniziative di sensibilizzazione e discussione, tra cui una conferenza organizzata ogni volta in un paese differente e su un tema specifico (nel 2019 il luogo scelto è stato Addis Abeba, in Etiopia, e l’argomento, attualissimo, era Giornalismo ed elezioni in tempi di disinformazione).
Quest’anno, in occasione del 3 maggio, la storica agenzia fotografica Magnum ha allestito una mostra in Francia, presso l’Hôtel de Ville, il municipio di Parigi (la Francia, per la cronaca, è al 32° posto nell’indice mondiale della libertà di stampa stilato ogni anno da Reporters without Borders. Noi siamo 43°, dopo Taiwan e prima del Botswana. Al primo c’è la Norvegia e all’ultimo il Turkmenistan).
Intitolata D’Ici – From Here, la mostra ha messo insieme le immagini di alcuni dei fotografi dell’agenzia con i testi scritti da una serie di giornalisti rifugiati che ora vivono in Francia, supportati dall’organizzazione non governativa Maison Des Journalistes, che aiuta i giornalisti obbligati a lasciare il loro paese a causa delle repressione e della persecuzione.
Proprio attorno a repressione, censura, imprigionamento, esilio e difficoltà ad adattarsi a un luogo nuovo ruotano gli scritti e le immagini, che sono anche stati pubblicati in un free press, distribuito gratuitamente e realizzato in collaborazione con Newspaper Club, realtà di cui ho già parlato in passato e che si occupa di stampare nei formati e con la carta da quotidiano.
Il giornale, intitolato come la mostra, si può scaricare gratuitamente in pdf, sia in versione inglese che francese.