Camilla Falsini, foulard (courtesy: Kreativehouse)

LOVE: l’amore di Camilla Falsini, tra Milano, Fidenza e una collezione di foulard

Nella sua lectio magistralis tenuta nel 2011 durante la cerimonia di conferimento delle lauree al Kenyon College, poi raccolta all’interno del volume Più lontano ancora, il grande scrittore americano Jonathan Franzen faceva notare come Facebook avesse trasformato il significato di un termine — e del concetto ad esso collegato — come piacere. «Da una disposizione d’animo a un’azione compiuta con il mouse, da un sentimento a un’affermazione di scelta del consumatore».

E piacere non è l’unica parola il cui senso sia stato “dirottato” verso un’ottica consumistica, di marketing, aziendale. Pensiamo ad amici («è mio amico su Facebook»), a seguaci (su Instagram, Twitter), persino ad amore, che ora dispensiamo a grandi manciate attraverso i ❤️ per scopi che con l’amore non c’entrano nulla: ringraziare, ricambiare, essere d’accordo, dimostrare di sostenere, apprezzare nella speranza di essere a propria volta apprezzati, ricordarsi di un link o un tweet o una foto, segnalare interesse verso quella persona, esprimere sarcasmo. Funzioni spesso identiche a quelle del like: quindi amore e piacere sono la stessa cosa? Sono intercambiabili?

Camilla Falsini, installazione a Milano
(courtesy: Kreativehouse)

Il problema — quando il significato cambia e il significante rimane lo stesso — è che i mattoni fondamentali della comunicazione subiscono degli spostamenti che all’inizio sembrano impercettibili ma che finiscono per indebolire l’intera struttura.
E paradossalmente, in un’epoca in cui clicchiamo sui ❤️ svariate volte al giorno e scriviamo «amo» e «che amore» sotto a foto di vestiti, al nuovo modello di una console, al trailer di un film e ai video di cuccioli, facciamo invece una fatica immane a esprimere l’amore-amore, seppellendolo pavidamente sotto a strati su strati di ironia, sciocchezze, aggressività.

Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, si chiedeva Raymond Carver nel titolo di una sua celebre raccolta di racconti. Domanda che si è posta anche l’artista romana Camilla Falsini, tra le più importanti illustratrici italiane del panorama attuale, arrivando alla conclusione che anche dentro a una cornice commerciale si possa celebrarlo l’amore-amore, provando a risignificare il significante attraverso l’arte.

Camilla Falsini
(courtesy: Kreativehouse)

«La parola amore oggi ci sembra superata. Spesso abbiamo quasi l’impressione che ad usare la parola amore ci sia da vergognarsi. Per questo trovo che usare l’arte per portare un messaggio forte come “LOVE” sia una scelta coraggiosa», ha dichiarato Falsini, che ha lavorato a un progetto nato dalla collaborazione tra miart e Fidenza Village, sotto la direzione artistica dello studio creativo Kreativehouse.

Camilla Falsini, installazione a Fidenza Village
(courtesy: Kreativehouse)

Camilla, che per realizzare il progetto si è studiata l’iconografia dell’amore nelle varie culture e nella storia dell’arte e del design — con una particolare attenzione per Munari e Depero, due tra i suoi maestri dichiarati, oltre che per Sol LeWitt e Robert Indiana (il suo, di Love, è tra le opere d’arte contemporanea più celebri in assoluto) — ha invaso Milano e Fidenza col suo LOVE, portandolo in mezzo alla gente, per le strade, sui palazzi, in una fermata della metro, nel quadrilatero della moda, in stazione, dentro alle vetrine dei negozi, fin sulla torre del Fidenza Village, disseminando i suoi interventi di simboli e geometrie che richiamano l’amore per se stessi (la luce interiore del diamante), l’amore per gli altri (la luce esteriore dell’arcobaleno, che si scompone in colori), l’amore per la natura (gli animali) e l’amore universale (il cosmo).

Un lavoro, questo, che è partito a marzo e continuerà per tutta l’estate, e si è sviluppato anche in una piccola collezione di foulard in seta — visibili e disponibili a Fidenza Village — nei quali appaiono i personaggi-totem creati da Camilla Falsini.

«Se anche solo uno spettatore rimarrà colpito dai miei colori e dai miei personaggi avremo innescato una piccola rivoluzione», sostiene lei, che incontrerò domani a Milano, in piena Milano Art Week, per farmi raccontare quest’iniziativa, il suo lavoro in generale, e fare insieme a lei un giro in alcuni luoghi d’arte della città. Il tutto lo racconteremo attraverso le stories di Instagram, per riportare anche lì un po’ di amore-amore, quindi sarà possibile seguirci su @frizzifrizzi.

Camilla Falsini, foulard
(courtesy: Kreativehouse)
Camilla Falsini
(courtesy: Kreativehouse)
Camilla Falsini, installazione a Fidenza Village
(courtesy: Kreativehouse)
Camilla Falsini, performance
(courtesy: Kreativehouse)
Camilla Falsini, installazione a Fidenza Village
(courtesy: Kreativehouse)
Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.