«Esplora il mondo prima della fotografia», così si presenta la nuova homepage di un sito che tengo d’occhio regolarmente da ormai più di un anno e che, dopo una lunga fase dedicata alla raccolta dei fondi e del materiale, è finalmente giunto al lancio ufficiale.
Si chiama Watercolour World ed è un archivio online interamente dedicato all’acquerello. O meglio: alla digitalizzazione, alla conservazione, allo studio e alla divulgazione delle opere realizzate ad acquerello, che per secoli, prima dell’invenzione della fotografia, è stato il mezzo più rapido, comodo e utilizzato per rappresentare il mondo, documentare viaggi e scoperte, ritrarre persone, riprodurre abiti e costumi.
Nato su iniziativa di Fred Hohler, un ex diplomatico britannico, The Watercolour World è stato finanziato dalla no profit britannica Maradi Foundation ed è patrocinato dal Principe Carlo e dalla Duchessa Camilla.
Finora ha raccolto oltre 80.000 dipinti, recuperati attraverso diversi canali: musei pubblici, fondazioni, istituzioni, collezionisti privati e artisti.
Lo scopo? In realtà ce n’è più d’uno, e andare a costituire quella che sarà la più grande galleria virtuale sull’acquerello è solo un “prodotto collaterale” di altri, più nobili intenti: mostrare il mondo com’era; preservare le opere private che, se non adeguatamente conservate, rischiano di rovinarsi irrimediabilmente; offrire una documentazione storica agli studiosi di molteplici discipline (storia, architettura, moda, sociologia, design, persino scienza: Hohler spiega infatti che grazie agli acquerelli gli scienziati studiano gli effetti dei cambiamenti climatici e storici ed architetti possono capire che aspetto avessero edifici che ora non esistono più).
Esplorare le migliaia di acquerelli che finora sono stati messi online è un’esperienza straordinaria, che si può affrontare in tre modi diversi: lasciandosi semplicemente trasportare dal “flusso”, cercando per parole chiave oppure utilizzando una mappa che permette di scoprire gli esemplari che sono già stati “geotaggati”.
Quest’ultima modalità è sicuramente la più affascinante. Fa un certo effetto, ad esempio, per chi come me è nato da quelle parti, vedere com’era il porto di Ancona nell’800.
Non tutti i pezzi digitalizzati, tuttavia, hanno le informazioni necessarie su epoca, artista e luogo, per questo il sito consente a chiunque di lasciare commenti utili a rintracciare alcuni dei dati essenziali. Chi dovesse riconoscere posti, persone e periodi è invitato a dare il proprio aiuto.