In Cina la prima sala cinematografica aprì nel 1908, a Shanghai, che qualche anno più tardi diventò la “Hollywood d’oriente”, centro assoluto di una fiorente industria cinematografica che visse il suo periodo d’oro negli anni ’20 e poi, di nuovo, a metà degli anni ’40.
Tra i cinesi e il grande schermo fu amore a prima vista, un vero colpo di fulmine. Abituati al teatro d’ombre — quello che noi definiamo appunto ombre cinesi — chiamarono i primi film teatro d’ombre occidentale e, mentre pian piano costruivano la loro Hollywood, guardavano con molto interesse anche a quella californiana. La dimostrazione sono le decine e decine di riviste dell’epoca, che parlavano spesso di film americani e mettevano i divi e le dive in copertina, perlomeno fino alla grande rivoluzione culturale di Mao.
Tra il 1921, anno in cui nacque la prima rivista cinese dedicata al cinema, e il 1951, anno in cui invece l’ultima fanzine cinefila venne fatta chiudere dal regime comunista, uscirono più di 300 testate diverse, pubblicate in tutte le principali città del paese, oltre che nelle chinatown delle metropoli straniere. Alcune si occupavano esclusivamente di film prodotti in Cina, altre si specializzarono su quel che arrivava da fuori, altre ancora dedicavano spazio a entrambe le industrie. Ce n’erano di intellettuali e di popolari, ma quasi tutte avevano copertine molto interessanti dal punto di vista della grafica, e infatti le migliori sono state raccolte in un libro, Chinese Movie Magazines, pubblicato dall’editore Thames & Hudson.
Curato dal critico e storico del cinema Paul Fonoroff, considerato come uno tra i più grandi esperti occidentali di cinema cinese, Chinese Movie Magazines (che si acquista anche su Amazon) mostra oltre 500 copertine, tra le quali si possono vedere le influenze delle correnti artistiche di fine ‘800 e di inizio ‘900, e tutte facenti parte della collezione dello stesso Fonoroff.