Matthew Craven, “Primer”, Anthology Editions, ottobre 2018 (fonte: shop.mexicansummer.com)

I pattern e i collage di Matthew Craven

Quando a 22 anni si è iscritto alla scuola d’arte, l’artista americano Matthew Craven voleva fare il pittore. Amante dell’arte astratta, a un certo punto si è accorto, però, che la pittura non faceva per lui. In un’intervista di qualche anno fa per il magazine Redefine, ha raccontato di aver pensato: «Oh, essere un pittore a New York, dovrò uscire con altri pittori e parlare di pittura e citare la storia della pittura nei miei lavori».

Classe 1981, di base a Los Angeles, Craven ha trovato la sua strada per caso, quando un suo amico gli regalò una serie di cornici da usare per i suoi disegni e lui dentro a quelle cornici notò delle vecchie illustrazioni di arte tradizionale americana, che utilizzò per disegnarci sopra e che ritagliò utilizzandone dei frammenti per realizzare dei collage.

Matthew Craven, “Primer”, Anthology Editions, ottobre 2018
(fonte: shop.mexicansummer.com)

Fu così che scoprì “la sua cosa”, la sua cifra stilistica, ciò che gli piaceva davvero fare, e cioè disegnare pattern e andare alla ricerca di vecchi libri di arte indigena, di arte primitiva, di arte folk, di antropologia, utilizzando le immagini e giustapponendo periodi storici diversi, luoghi lontanissimi, magari uniti da opere e simboli che si assomigliano o sono pressoché identici1.

«Ogni immagine che uso è stata originariamente fatta a mano in qualche momento della storia umana, che si tratti di un tessuto, di un busto scolpito o di un affresco dipinto. Onoro queste tradizioni facendo io stesso la stessa cosa», spiega Craven, che ha appena pubblicato il suo primo libro, Primer, con la casa editrice indipendente Anthology Editions.

228 pagine, 221 illustrazioni, Primer è una sorta di grande raccolta di link visivi che collegano la storia del mondo.

Matthew Craven, “Primer”, Anthology Editions, ottobre 2018
(fonte: shop.mexicansummer.com)
Matthew Craven, “Primer”, Anthology Editions, ottobre 2018
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