Arno Stolz e la piccola wunderkammer delle arti grafiche

Arno Stolz è un ex tipografo che oggi vive con sua moglie Edith alla periferia di Dortmund, in Germania.
Stolz è anche un collezionista. Uno assolutamente sui generis. La sua, infatti, è una raccolta tanto particolare quanto piccola: non per l’importanza o il valore dei pezzi che la compongono, ma per le dimensioni. Il “tesoro” che l’ex tipografo ha accumulato in trent’anni sta infatti tutto in un paio di cassetti da tipografia, quelli larghi, di legno, pieni di scomparti, in cui si conservavano i caratteri in metallo, pian piano divenuti obsoleti verso la fine degli anni ’70 per via delle nuove tecnologie di stampa.

Dentro, nei suoi preziosi cassetti, Stolz tiene disegni, stampe, prove tipografiche, cartoline e pezzi, spesso unici, creati da alcuni tra i più grandi designer e illustratori del mondo, da Leo Lionni a Milton Glaser, da Franco Grignani a Seymour Chwast, da Max Huber ad Adrian Frutiger, da Paul Rand a Ivan Chermayeff, da Paul Flora a Stefan Sagmeister.

Tutto è cominciato nel 1980, quando Stolz, ispirato da una piccola immagine che gli regalò suo figlio Tristan, cominciò a scrivere lettere a celebri progettisti grafici chiedendo qualcosa da mettere negli scomparti dei suoi cassetti da tipografia. Furono in molti a rispondere, e Stolz cominciò a tenere nota di tutto ciò che arrivava, a conservare le lettere — spesso divertite — che accompagnavano i piccoli, preziosi doni.

Una mini-galleria delle arti grafiche del ‘900 a poco a poco andava prendendo forma. Anzi, dove erano gli esemplari della collezione a prendere la forma degli scomparti.

Stolz andò avanti fino al 2007, mettendo assieme più di 300 opere. La Arno Stolz Collection è diventata pure la protagonista di un libro, A Gallery in Type Cases. The Arno Stolz Collection, pubblicato dal piccolo editore svizzero Niggli e curato dal designer tedesco David Fischbach che alla collezione di Stolz ha dedicato la propria tesi di laurea.

Il volume, di quasi 300 pagine, mostra tutte le meraviglie contenute nei cassetti, accompagnate da alcune pagine del diario di Stolz, dalle lettere dei designer e da testi scritti da alcuni di loro per l’occasione, oltre a un’introduzione di Erik Spiekermann.