Volere è potere, dicono. Ma quando il volere si scontra con i limiti tecnici e fisici ed economici, quando i materiali non sono quelli giusti, allora il potere perde di peso, si stacca da terra, gli spuntano le ali ed entra nel regno della fantasia.
Perché è anche da questo che dipende l’architettura: dalla politica, dall’economia, dalla tecnologia, dagli spazi, non solo dalla volontà e dalla bravura del progettista.

(courtesy: Electa)
Se esistesse un archivio fisico degli edifici e delle strutture che non hanno mai visto la luce, una sorta di “cimitero dell’architettura mai nata”, sarebbe infatti pieno di tavole con sopra firme di mostri sacri come Le Corbusier, Gaudí, Mies van der Rohe, Lloyd Wright, Isozaki, che sono anche alcuni dei maestri protagonisti dell’Atlante delle architetture fantastiche, pubblicato da Electa e curato da Philip Wilkinson, saggista, critico e già autore di diversi libri sull’architettura.
Sottotitolata Utopie urbanistiche, edifici leggendari e città ideali: cosa sognavano di costruire i massimi architetti al mondo, l’opera (che si acquista anche su Amazon) raccoglie appunto i “sogni” che hanno fatto la storia dell’architettura pur senza mai trasformarsi in realtà.
In oltre 250 pagine Wilkinson racconta progetti che coprono più di un millennio, dalla pianta di un’abbazia benedettina e degli edifici circostanti alle recentissime Asian Cairns dell’architetto belga Vincent Callebaut, delle enormi torri in vetro che assomigliano a sassi accatastati secondo l’arte del mettere in equilibrio le pietre.
Mostrati attraverso molte immagini, i progetti, pur non realizzati, possono dirci molto sulle tendenze architettoniche, sullo spirito del tempo in cui sono stati concepiti, sulle ambizioni dei designer e sulla loro visione del mondo, oltre a fornire una base di partenza, seppur evanescente, per l’immaginario futuro delle nostre città.

(akg-images | courtesy: Electa)

(De Agostini / L. Romano / Getty Images | courtesy: Electa)

(Bibliothéque Nationale de France | courtesy: Electa)

(Disegno BI / ADAGP, Paris / Scala, Firenze | courtesy: Electa)

(Deutsches Architekturmuseum, Frankfurt am Main / Fotografia Uwe Dettmar, Frankfurt am Main / © Arata Isozaki | courtesy: Electa)

(Digital Image © 2017 / The Museum of Modern Art, New York / Scala, Firenze / © Zaha Hadid Foundation | courtesy: Electa)

(courtesy: Electa)