99 anni fa il grande Walter Gropius fondava a Weimar, in Germania, quella che probabilmente è stata la scuola che più ha influenzato l’arte e il design del Novecento e del nuovo millennio: il Bauhaus.
In appena 14 anni e con ben due cambi di sede — da Weimar a Dessau nel ’25, da Dessau a Berlino nel ’32, fino alla chiusura, nel 1933, quando la Gestapo perquisì la scuola e impose la chiusura — l’istituto fu capace di segnare in maniera indelebile l’architettura e la grafica, le arti applicate e la comunicazione dell’epoca e dei decenni che seguirono.
Per celebrare il centenario della nascita del Bauhaus, l’anno prossimo sarà un fiorire di iniziative in tutto il mondo, soprattutto in Germania (ovviamente), dove l’agenzia creativa Stan Hema, di base a Berlino, ha ideato in collaborazione con musei, archivi e fondazioni il progetto Bauhaus 100, una sorta di grande contenitore di tutti gli eventi legati al centenario.
Tra le tante iniziative di Bauhaus 100 c’è anche una rivista, un semestrale intitolato Bauhaus Now che, come suggerisce il titolo, è focalizzato sul ciò che resta della scuola, sulla sua eredità, sull’influsso che ha ancora nella cultura, nell’arte e nella progettazione contemporanee.
Dopo un primo numero, uscito a novembre 2017, il secondo è stato pubblicato a maggio 2018 e punta i riflettori sull’architettura e sul paesaggio.
Stampato in inglese e in tedesco, Bauhaus Now si può trovare in versione cartacea solo in alcuni punti vendita selezionati, mentre la versione digitale si può acquistare online.