Progettato negli anni ’60 dall’architetto israelo-canadese Moshe Safdie per la sua tesi di laurea, poi ulteriormente sviluppato e realizzato in occasione dell’Expo organizzato nel 1967 a Montreal, il complesso edilizio Habitat 67 è uno degli edifici più famosi del mondo.
Influenzato da Le Corbusier, paragonato ai pueblo del Nuovo Messico e dell’Arizona, con i suoi moduli prefabbricati messi gli uni sugli altri Habitat 67 sembra anche una riproposizione su grande scala di ciò che si potrebbe costruire con dei mattoncini giocattolo.
Non a caso, la grande opera di Safdie ha ispirato a un giovane designer americano, James Paulius, un set di costruzioni in legno, Blockitecture, pensate per bambini dai sei anni in su e caratterizzate da blocchi esagonali che si possono impilare e incastrare tra loro per sperimentare con equilibri e leggi della fisica.
Dal primo set, battezzato appunto Habitat e prodotto dall’azienda americana Areaware, Paulius ha sviluppato tutta una serie di differenti composizioni, dalle fabbriche agli edifici brutalisti, dalle aree verdi alle torri.

















