Quando uno strumento o una tecnica diventano tanto comuni e diffusi da essere dati per scontati, ecco che si apre per l’arte un nuovo terreno di gioco, un’area in cui divertisti un po’ provando a tirare brutti scherzi alle prime impressioni: fotografie che in realtà sono dipinti iperrealisti, dipinti astratti che invece sono fotografie, foto analogiche costruite in maniera da sembrare fotoritocchi digitali, e via dicendo.
Quando c’è uno sguardo pigro da ingannare, l’ingegno s’affina.
Come nel caso delle illustrazioni dell’artista francese Mai-Li Bernard, che un occhio distratto etichetterebbe immediatamente come semplici linee vettoriali. Guardando con un po’ più di attenzione si scoprirebbero invece proprio delle etichette, adesivi colorati, di quelli da ufficio che puoi trovare nelle cartolerie.
Fumettista, autrice di albi illustrati e fanzine, Bernard costruisce fantasiosi ma credibili edifici dallo stile brutalista, ma anche parchi giochi, alfabeti, e ultimamente si è messa a sperimentare anche con dei granai realizzati con del variopinto nastro adesivo.