Giocando sul doppio significato di post — come prefisso, quindi indicativo di una posteriorità nel tempo, e come sostantivo e verbo, relativi alla corrispondenza e all’atto di spedire — lo studio grafico britannico Dorothy, ha realizzato due poster che omaggiano la scena post-punk e quella post-rock reinterpretando le copertine di alcuni tra gli album più importanti dei due generi musicali in forma di francobolli, sintetizzando in ciascuno di essi non soltanto lo spirito del disco ma anche l’estetica e l’anima della band che lo hai prodotto.
In Stamp Albums: Post-Punk si parte da Marquee Moon dei Television (1977: sì, nell’anno in cui il punk esplodeva c’è già chi faceva post-punk) e si arriva a Violator dei Depeche Mode (1990), passando per gruppi come Wire, Suicide, Devo, Pere Ubu, Joy Division (bellissima la riduzione all’osso di una delle copertine più celebri della storia, quella di Unknown Pleasures), Gang of Four, PIL, Residents, Soft Boys, Simple Minds, Talkin Heads, Bauhaus, Birthday Party, Siouxsie and the Banshees, New Order…
Stamp Albums: Post-Rock, invece, comincia con Spirit of Eden dei Talk Talk (1988) e va avanti con — tra gli altri — Slint, Tortoise, Swans, Godspeed You Black Emperor! (se qualcuno pensa ci sia un refuso — ché gli appassionati della band canadese sanno che ! non va alla fine — in realtà non è così, all’epoca del primo album il punto esclamativo era spostato), Stereolab, Mogwai, Sigur Rós, Radiohead, Battles, chiudendo con Another Language di This Will Destroy You (2014).
Entrambi i poster sono stampati in litografia a 4 colori su carta da 120 grammi, con tanti pallini argentati a rappresentare la dentellatura tipica dei francobolli.