Dove lavorano? Quanti anni hanno? Usano ancora matite e pennelli o solo il digitale?
Stanno lavorando di meno o di più, rispetto al passato? Si fanno pagare a ore o a progetto? Vengono pagati in tempi decenti dai clienti?
Su che social media ottengono più risultati? In che settore sono più richiesti?
Si riesce a campare di illustrazione?
Farsi domande come queste aiuta a valutare lo stato di salute e le problematiche di un settore, quello dell’illustrazione, che apparentemente sta vivendo un momento d’oro. Per questo, a fine 2017, l’artista britannico Ben The Illustrator ha deciso di mettere online un sondaggio rivolto a chi lavora in questo segmento dell’industria creativa, utilizzando i risultati — frutto della partecipazione di oltre 1200 professionisti — per mettere assieme un report molto interessante, dal quale escono fuori non solo gli aspetti tecnici ed economici, ma anche quelli più personali e “viscerali” di questo mestiere.
Al questionario di Ben hanno risposto soprattutto illustratori anglosassoni, ma l’associazione Illustri di Vicenza, da sempre attentissima a queste tematiche (che sono state affrontate in una guida uscita poco più di un anno fa — e ahimè andata già esaurita — e vengono regolarmente discusse nel forum aperto agli iscritti), ha chiesto e ottenuto di poter tradurre le domande, adattandole al panorama italiano e aggiungendone delle altre.
Il Sondaggio sull’illustrazione italiana è stato lanciato appena ieri, è aperto a tutti coloro che fanno gli illustratori di professione e c’è tempo fino al 4 febbraio per partecipare (in forma anonima).
I risultati finali, come nel caso di Ben The Illustrator, verrano pubblicati e resi disponibili a tutti.