Gatto mammone © Gabriele Pino

Gabriele Pino: un illustratore a caccia di streghe (e che occasionalmente dipinge sul formaggio)

Gabriele Pino è un giovane illustratore.
Al suo attivo ha già un libro illustrato, La regina del mare (di Sara Favarò, Edizioni Off) mentre i suoi fumetti escono regolarmente sul settimanale Origami.
In collaborazione con la designer e ceramista Cecilia Mosso ha realizzato la linea di ceramiche illustrate Memorie.

Gabriele è stato mio allievo durante il triennio in cui ho insegnato allo IED di Torino. Da allora sono passati un paio di anni e Gabriele ha fatto diverse cose. In effetti non sta mai fermo, si inventa sempre qualcosa, che è poi il miglior modo di fare questo lavoro.

La scorsa estate è partito per un viaggio attraverso l’Italia a caccia di streghe e di creature del folklore.
Da mesi lo inseguo per avere questa intervista e farmi raccontare finalmente che cosa ha trovato.


Gabriele Pino

Ciao Gabriele, raccontaci il tuo viaggio. Ma davvero la scorsa estate sei stato a caccia di streghe?

Non solamente di streghe: ma di sirene, babau, streghi, gatti mammoni, munacielli, avurie, grifoni, fauni, badalischi e molte altre creature.
Non la definirei però una caccia nel senso letterale del termine ma più una ricerca. Volevo stanare le creature che si nascondono nella provincia italiana ora che quotidianamente non si narrano più le loro storie oralmente. Desideravo incontrarle e farmi raccontare le loro storie attraverso le persone della provincia italiana.

Come nasce l’idea di questo road trip esoterico? E lo scopo?

Non lo definirei esoterico ma quantomeno folkloristico. L’idea nasce da un progetto analogo nato due anni fa: una mostra sulle Masche (le streghe piemontesi) realizzata ispirandomi ai racconti che mi narrava il nonno. Ho domandato agli anziani del paesello in cui sono cresciuto (Moncrivello), ho interpellato conoscenti di varie parti del Piemonte per raccogliere materiale sulle masche e ne ho poi fatto una serie di illustrazioni accompagnate da un cortometraggio realizzato dall’amico e videomaker Alessandro Aimonetto. E nel cercare le masche ho incontrato persone ancor più fantastiche delle masche stesse: delle vere e proprie creature fantastiche in carne ed ossa.

Questa modalità di ricerca “vis-à-vis” con le persone mi ha appassionato e mi sono domandato: «Chissà dove si trovano ora le altre creature delle fiabe orali italiane?».
La risposta è stata naturale: «Sicuramente si nascondono nei paesini, fra le persone della provincia italiana!». Nascoste fra quelle persone che quotidianamente compiono magie antiche: gli anziani, gli artigiani e coloro i quali sanno fare qualcosa di meraviglioso.
Credo che i piccoli paesi siano focolari scoppiettanti per i racconti.

Animato da uno spirito “calviniano” e mosso dalla voglia di conoscere queste realtà, di parlare direttamente con le persone, ho iniziato ad organizzare le tappe del mio viaggio.
Il mio intento: scrivere e disegnare le persone che abitano quelle piccole realtà e farle conoscere attraverso le creature: reali o immaginarie. E attraverso il mio bestiario illustrato che potrà anche essere usato come guida per ripercorrere le tappe e farsi raccontare storie.

Quanto è durato il viaggio? Che posti hai visto? Ma soprattutto quali creature hai scoperto?

Il mio intento è quello di attraversare tutta ma proprio tutta l’Italia nei prossimi 5 anni, più o meno, ma dovevo pur partire da qualche parte ed è per questo che per il volume uno ho scelto di seguire la “spina dorsale” dell’Italia: l’Appennino.
L’Appennino è stata la linea che definiva il mio percorso, il mare la mia metà. Ho attraversato 5 regioni italiane in un mese esatto: Toscana, Umbria, Campania, Basilicata e Puglia. Anche se in realtà il viaggio nel libro partirà dalla Liguria, dove ho conosciuto una sirena!

Ho visitato le parti più selvagge di quelle regioni dormendo in macchina, in tenda, in casa di persone gentili e di cari amici conosciuti in passato e sparsi qua e là. Insomma in questo viaggio non sono mai stato davvero solo!
Ed era ciò che volevo, entrare dentro quelle realtà anche solo per poco.

Gatto mammone
© Gabriele Pino

Ho visto i posti più svariati: monasteri arroccati nei boschi come quello della Verna nel Casentino (in Toscana) che è la tana del Badalischio, oppure le grotte dei maghi nelle gravine di Massafra in Puglia. Ho amato le sconvolgenti dolomiti Lucane, i Laghi di Monticchio sul Vulture dove vive il fauno Pan, ma per vedere Pan ho dovuto rompere una delle regole non scritte del sud: mai uscire durante la controra, ovvero dalle 12 alle 15, poiché si dice che a quell’ora il mondo si popoli di Fauni rapitori di bambini. Ho danzato con le Janare a mezzanotte fra le colline dell’Irpinia.
Ho spettegolato con le sirene sul porto di Napoli, mi sono perso fra i boschi degli streghi in Garfagnana, ho attraversato incolume il ponte del diavolo in Toscana. Ho camminato fra i vicoli di Perugia che è il nido dei grifoni, ho visto volare i draghi sul Lago Trasimeno e ho spiato le Anguane bagnarsi alle Cascate delle Marmore.

I viaggi sono fatti di incontri. Raccontaci ancora qualcosa dei tuoi.

Ho incontrato operatori forestali che lavorano in collaborazione con gli Uomini selvatici del Casentino. Ho parlato della natura con un monaco che abita proprio sulla tana del Badalischio.
Ho cercato di decodificare il meraviglioso dialetto delle anziane di Napoli, che parlano la lingua delle sirene, ormai anziane anche loro, con le quali danzano sott’acqua una notte al mese, per tornare giovani.
Ho poi osservato le ninfe del lago Trasimeno intrecciare la lana con le anziane dell’isola del lago e cantare storie di etruschi e di draghi.

Fra i posti che mi hanno lasciato senza parole (e vi assicuro che è difficile) ci sono i calanchi di Aliano e l’Irpinia al tramonto.
Il posto più curioso è stato sicuramente il quartiere dei ceramisti di Grottaglie, in Puglia. Un intero quartiere pieno di botteghe di ceramiche colorate e raffinate, vi assicuro che i ceramisti sono delle creature fantastiche!

Di incontri ne ho fatti molti, il più strano e più intenso quello con un signore campano che dipinge folletti sei muri di Buonalbergo, il paesino in cui vive, e a casa sua credo anche di aver intravisto un esercito di fate impagliate e qualche munaciello spiarci da dietro i suoi libri.
Ho mangiato alla tavola di persone ospitali e gentili che hanno placato la mia fame di convivialità e tradizione e la mia sete di storie, ma anche di vino buono!
Ah e grazie ad un contadino dei dintorni di Polignano a mare ho anche imparato che le mandorle vanno spellate e sgusciate e non crescono così belle e nude sull’alberello, cose che un piemontese come me non vede spesso.

Sirena Partenope
© Gabriele Pino

Ma su serio hai incontrato una sirena?

Sì, l’ho incontrata in Liguria e l’ho seguita per tutto il viaggio, ma poi in Puglia mi ha mollato e se ne è ritornata fra le onde.

Senti invece, ma com’è che ti sei trovato a disegnare sui formaggi?

Grazie alla pazza idea di Luigi Ferrando e Matteo Ternavasio del team di Ynnesti, che stanno lavorando sulle eccellenze italiane attraverso reportage fotografici e illustrati. Siamo partiti verso la Valtellina e abbiamo vissuto con i pastori che producono lo “Storico Ribelle” per 5 giorni.

Loro per tradizione decorano con inchiostri alimentari le forme di formaggio che stagioneranno 10 anni e noi abbiamo deciso di decorarne 3 rendendo la storia dei pastori ribelli che portano avanti la produzione tradizionale in forma mitologica.
Altre tre forme le ho poi decorate live alla manifestazione Cheese a Bra.
Oltre a decorarlo lo abbiamo poi anche mangiato però, un bel po’ di formaggio!

Ultima domanda: quindi se ti mando una caciotta me la disegni?

Assolutamente sì, ma solo a patto che poi me la posso mangiare!

© Gabriele Pino
© Gabriele Pino
© Gabriele Pino
© Gabriele Pino
© Gabriele Pino
© Gabriele Pino
editorialista
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