Sia in italiano che in inglese il carattere tipografico porta nel nome stesso l’idea di un personaggio (carattere, appunto, o face in typeface).
Giocando con gli spazi negativi e ispirandosi ai vecchi alfabetieri pieni di rime, ai caratteri mobili e alla pareidolia — la tendenza, tipicamente umana, di vedere volti e forme familiari ovunque — il designer inglese Scott Lambert, di base a Singapore, un paio di anni fa ha progettato un libro (stampato on demand) che vede come protagonisti volti fantastici o animaleschi che spuntano negli spazi vuoti delle lettere.
Il progetto, che si chiama The Typefaces, si è poi arricchito con poster e t-shirt popolate di A che sembrano streghe, D che si credono Batman, caprette roche tra le J e orsi polari dentro alle Q.












