Nell’illustrazione editoriale il bravo professionista è quello che riesce a spiegare (illustrare, appunto) un testo senza esser troppo descrittivo, imparando a usare le metafore, evitando i cliché (tutti suggerimenti dati da un maestro come Alessandro Gottardo nella sua Guida intergalattica per giovani illustratori che pubblicammo qualche anno fa) e, possibilmente, riuscendo anche ad andare oltre il testo, a innescare una catena di pensieri capace di far perdere momentaneamente l’equilibrio agli occhi del lettore, proiettandoli al di là della pagina, nel regno delle idee.
Un’immagine del genere funziona anche quando la si “emancipa” dal testo, quando cadono tutti gli appigli e se ne sta lì, sola soletta, su un foglio o un schermo, a cercare di instaurare un contatto diretto coi neuroni dello spettatore.
Non serve sapere, ad esempio, che le illustrazioni che seguono parlano di scrittura. È evidente. E lo è grazie a un sapiente uso dei simboli e delle metafore, che ti proiettano immediatamente dietro agli struggimenti, alle epifanie, alla confusione, alle sfide, alle insicurezze, alla fatica, ai fallimenti del mestiere di scrivere, ma anche alle strategie da affinare per svolgerlo al meglio.

L’autore è Joey Guidone, illustratore di Ivrea di cui abbiamo parlato più e più volte qui su Frizzifrizzi.
Con alle spalle studi allo IED di Torino e al Mimaster di Milano, una lunga lista di clienti e una quasi altrettanto fitta di premi internazionali e selezioni d’eccellenza, Guidone ha realizzato questa serie di opere per un libro, Being a Writer, che raccoglie consigli, considerazioni e confessioni di alcuni tra i più celebri autori moderni e contemporanei (tra gli altri: Roald Dahl, Jonathan Franzen, Margaret Atwood, Elmore Leonard, Hanif Kureishi, Georges Simenon, Louisa May Alcott, Samuel Johnson).
Per queste illustrazioni Guidone è stato selezionato per i World Illustration Awards del 2017, nella categoria Books.



























