The Stories Behind a Line (courtesy: Federica Fragapane)

Le storie di sei richiedenti asilo, raccontate attraverso la “data visualization”

Federica Fragapane, è una information designer che oggi ci presenta il suo interessante progetto di data visualization, The Stories Behind a Line, realizzato in collaborazione con Alex Piacentini, UX/UI e information designer con cui ha disegnato l’interfaccia del racconto interattivo.

* * *

Federica ti presenti per favore ai nostri lettori?

Sono una information e visual designer freelance. Mi occupo soprattutto di data visualization, ambito con cui sono entrata in contatto durante i miei studi al Politecnico di Milano, frequentando il laboratorio di ricerca Density Design.
Nel corso degli anni il mio interesse per la visualizzazione dei dati è cresciuto, ho lavorato per circa tre anni nello studio Accurat e da un paio d’anni sono una libera professionista.

The Stories Behind a Line
(courtesy: Federica Fragapane)

Ci spieghi cosa fa in pratica una visual designer?

Nel mio caso, si tratta di dare una forma visiva a dati e informazioni. Collaboro con giornali e aziende, visualizzando graficamente dati numerici e non solo.
Una collaborazione tuttora in corso è quella con il Corriere della Sera – La Lettura, per cui progetto visualizzazioni di dati che hanno lo scopo di comunicare e raccontare argomenti di diverso tipo.
Nel corso degli anni, per esempio, ho visualizzato per La Lettura le emissioni di Co2 nel mondo, le preoccupazioni che affiggono le diverse nazioni e i testi di Bob Dylan.

Un altro progetto a cui mi sono dedicata in questi anni è un libro per ragazzi, pubblicato da National Geographic Kids e White Star, in cui racconto il nostro mondo ai bambini, combinando illustrazioni e infografica.

Un aspetto di questo lavoro che trovo particolarmente interessante è proprio il fatto che mi permetta di lavorare su tematiche molto diverse tra di loro e di rivolgermi a utenti e lettori diversi, tenendo sempre in mente quanto sia importante per me avere un equilibrio tra la chiarezza e la sperimentazione estetica.

The Stories Behind a Line
(courtesy: Federica Fragapane)

È bellissimo visualizzare i numeri, io lo faccio sempre, fin da bambina: i numeri, le date, ecc. li vedo!
Tu li fai vedere e capire agli altri.
Ma torniamo al tuo progetto: come nasce invece The Stories Behind a Line, il progetto di cui parliamo oggi?

The Stories Behind a Line è una narrazione visiva delle storie di sei richiedenti asilo arrivati in Italia nel 2016.
Il progetto nasce da un’esigenza personale: come information designer sento la responsabilità di utilizzare il mio lavoro e le mie competenze per comunicare e raccontare tematiche e storie socialmente rilevanti.

Il tema delle migrazioni mi sta molto a cuore e nel corso degli ultimi anni mi sono trovata più volte a riflettere su quanto possa essere importante raccontare le testimonianze dei migranti che arrivano in Europa. Conoscere queste storie può aiutare a capire meglio un fenomeno così complesso o comunque ad avere un punto di vista diverso, dato da chi vive in prima persona questi viaggi lunghi, pericolosi ed estenuanti.

Sono convinta che la visualizzazione di dati abbia un grande potenziale comunicativo e ho cercato di sfruttarlo per dare voce a chi spesso non ne ha. Per questo motivo ho deciso di raccontare visivamente il viaggio di alcuni ragazzi richiedenti asilo ospiti del Centro di Accoglienza Straordinaria Migrantes di Vercelli, la mia città natale.

The Stories Behind a Line
(courtesy: Federica Fragapane)

Come hai scelto le storie, o meglio vite delle persone da raccontare?

Non sono stata io a scegliere, ma il contrario. Una volta entrata in contatto con i collaboratori del Centro (in particolare voglio ringraziare Alfonsina Zanatta), sono stati loro a chiedere alle persone ospitate se c’era qualcuno che avesse voglia di raccontare il proprio viaggio e di partecipare al progetto.
Sono stata molto contenta quando mi hanno detto che c’erano sei ragazzi che volevano condividere con me la loro esperienza. Sono davvero grata a loro per questo e ci tengo sempre a sottolinearlo!

The Stories Behind a Line
(courtesy: Federica Fragapane)

Come si è sviluppato il lavoro? Hai ascoltato le loro storie prendendo appunti o registrando e poi hai estrapolato i dati numerici?

La struttura del progetto e le informazioni da mostrare per me erano chiare fin dall’inizio. Il mio scopo era quello di raccontare questi viaggi attraverso dati molto semplici ma a mio parere altrettanto significativi: i giorni di viaggio, i chilometri percorsi e i mezzi di trasporto.

Il fine è stato proprio quello di raccontare queste esperienze in modo immediato e diretto, lasciando che i ricordi dei ragazzi dessero forma al racconto visivo. Per questo motivo durante gli incontri ho spiegato alle sei persone intervistate che avrei chiesto loro di indicarmi il loro viaggio tappa per tappa, dalla città di partenza fino a quella di arrivo. Per ogni tappa ho chiesto loro quanto fosse durato il viaggio per arrivarvi, i mezzi di trasporto e quanti giorni vi fossero rimasti.

Il mio intento è stato quello di costruire un racconto asciutto: queste informazioni sono già estremamente forti e potenti e si portano dietro un insieme di ricordi dolorosi e secondo me molto preziosi. Oltre a questo ho chiesto loro di aggiungere qualunque tipo di informazione aggiuntiva, commento o impressione solo se e quando ne avessero avuto voglia.
Ho ascoltato le loro storie prendendo appunti su un quaderno e segnandomi tutte le informazioni che i ragazzi sono riusciti a ricordarsi e i loro commenti. In una seconda fase ho poi riportato le informazioni su un file, organizzandole e ordinandole.

The Stories Behind a Line
(courtesy: Federica Fragapane)

Tutti i giorni siamo bombardati da immagini di facce spaventate, sconvolte, vestiti logori, occhi che fissano il vuoto, sbarchi, naufragi… Come pensi che i tuoi numeri e linee colpiscano/arrivino a coscienze ormai un po’ assuefatte?

Il linguaggio di The Stories Behind a Line è sicuramente molto diverso da quello che viene utilizzato più comunemente dalle principali fonti di informazione.
Gli elementi visivi che lo caratterizzano forniscono un racconto estremamente personale, ma allo stesso tempo razionalizzato, ordinato e pronto per essere letto prendendosi il giusto tempo per farlo.
Penso che nel momento in cui si affronta un fenomeno caratterizzato da una tale complessità ci sia davvero bisogno di farlo in modo razionale.

I numeri e le linee del progetto, sono i numeri e le linee che hanno caratterizzato il viaggio di sei persone: sono informazioni molto pratiche e oggettive, che mostrano sei esperienze di viaggio. Il mio scopo è stato quello di creare un racconto lucido e non sensazionalistico, ma non per questo astratto e distaccato dalla realtà e — soprattutto — non per questo privo di una forte carica emotiva, che arriva inevitabilmente dai ricordi dei ragazzi.

Io spero che chi avrà modo di leggere i racconti, le linee e i numeri provi a mettersi anche solo per un attimo nei panni di chi ha attraversato il deserto a piedi. E spero che il fatto stesso di richiedere lo “sforzo” e il tempo di leggere questi grafici porti a riflettere sul tema in modo cosciente.

The Stories Behind a Line
(courtesy: Federica Fragapane)
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(courtesy: Federica Fragapane)
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(courtesy: Federica Fragapane)
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(courtesy: Federica Fragapane)
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(courtesy: Federica Fragapane)
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