Pioniere della pixel art fin dagli anni ’90, lo studio berlinese eboy, fondato e formato da Kai Vermehr, Steffen Sauerteig e Svend Smital, ha realizzato da allora un numero spropositato di copertine, illustrazioni editoriali, poster, animazioni, toys e immagini per campagne pubblicitarie di aziende di mezzo mondo.
Essendo il pixel il grado zero, l’atomo, del mondo digitale, mai avrei pensato di vedere quelli delle loro opere “tradotti” da una macchina da stampa tradizionale. Eppure è quel che è uscito fuori dalla collaborazione con uno dei laboratori italiani di stampa tipografica più interessanti e conosciuti a livello internazionale, l’Archivio Tipografico di Torino.

Lo scorso marzo eboy ha infatti realizzato un “ritratto di famiglia” di Archivio Tipografico, che a sua volta ha dato una veste analogica ai pixel, fondendo una quantità spropositata di quadratini da 12 punti (per i babbani: il punto è la principale unità di misura tipografica) per comporre l’illustrazione e stamparla in due poster a cinque colori da affiancare l’uno all’altro.
Prodotti in un’edizione limitata di 200 copie numerate, si acquistano qui.
Ma il vero spettacolo è il making of, mostrato da un video e una serie di immagini.








