Già autrice di un successo editoriale come The book of skulls, dedicato alla massiccia presenza del teschio nella cultura visiva contemporanea, la giornalista e curatrice inglese Faye Dowling torna sui temi gotici a lei cari allargando però stavolta il raggio d’azione e andando a toccare l’essenza stessa dell’oscurità: il nero.
In 160 pagine, organizzate in tre capitoli — intitolati Gods & Monsters, The Kingdom of Darkness, Dark Arts/Higher Power — l’autrice passa in rassegna le arti tutte, dalla fotografia all’illustrazione, dalla moda alle installazioni, dalla pittura al collage, per costruire una sorta di atlante del neo-gotico degli ultimi dieci anni, spingendosi però a volte molto più indietro nel tempo per andare a rintracciare quelle opere che definisce seminali e hanno aperto la strada agli artisti contemporanei.
Ossa, teschi, croci, cristi sanguinanti, gatti neri, demoni, animali impagliati, carcasse, simbologia esoterica, rivisitazioni dell’estetica vittoriana: in The book of black, pubblicato da Laurence King, non manca davvero niente — soprattutto, non manca il nero, che domina il volume dalla prima alla quarta di copertina.













