Save the date | AFA Autoproduzioni Fichissime Andergraund

C’è una puntata dei Simpson del ’97 intitolata La città di New York contro Homer e che molti ricorderanno. Homer e gli amici si pigliano una sbronza, Barney è quello che dovrebbe restare sobrio e guidare, al risveglio Homer non trova più l’auto e Barney è scomparso. Due mesi dopo arriva una lettera da New York: l’auto è lì e il municipio minaccia di buttarla nel fiume se nessuno va a recuperarla, così i Simpson partono per la Grande Mela, città odiatissima da Homer (che è a sua volta ricambiato). Durante la visita alla metropoli, Bart va nella redazione della leggendaria rivista satirica Mad Magazine e questa è la scena, rimasta tra quelle più memorabili della serie americana, sia perché traccia un ideale collegamento tra lo spirito di Mad e quello dei Simpson, sia perché ogni ragazzino d’America, dopotutto, non poteva che aspettarsi un pazzo mondo parallelo schiudersi dietro alla stanza in cui veniva prodotto il magazine.

Qualcosa del genere è ciò che immagino ogni volta che mi scrive Hurricane Ivan (ma le notizie più aggiornate dal suo mondo sono qua). Ho la visione di lui, col cilindro in testa, che batte su una tastiera fatta più o meno così, mentre strani esseri attorno gli dettano la mail, e appena clicca su invia con un mouse fatto di slime (ma forse è muco) scendono fiumi di LSD dal soffitto e la festa comincia.

Non lo sentivo dall’anno scorso, Ivan, quando mi contattò per chiedermi di segnalare la prima edizione di AFA, festival dedicato alle Autoproduzioni Fichissime Andergraund, ospitato dal Leoncavallo di Milano e ispirato a un pazzo happening undergound che si tenne, sempre a Milano, dal ’96 al 2003.

Non so dove sia finito Hurrican Ivan in questi ultimi quasi 12 mesi — probabilmente è troppo, per la mia testa, provare a figurarmelo — ma so che è tornato per la seconda edizione di AFA, che inaugurerà il prossimo 5 maggio, sempre al Leoncavallo, è sarà di nuovo come entrare dentro a Mad, visti personaggi coinvolti (facci caso, tra i nomi stretti stretti scritti nell’immagine qua sopra, con la coda dell’occhio sembra di vederne qualcuno impossibile che effettivamente non c’è, ma si materializza per un attimo e poi se ne va: io ho letto David Foster Wallace) e vista la caterva di collettivi, riviste, fanzine, mostre, workshop e concerti.

Tra l’altro, occasione più unica che rara, all’interno di un programma già affollato come un girone dell’inferno ci sarà la prima personale milanese di Max Capa, pseudonimo di Nino Armando Ceretti, classe 1944, leggenda vivente del fumetto underground italiano, da molti anni di base in Francia.

«Ad AFA se tutto va come deve andare», batte Ivan sulla sua tastiera-insetto, «ci sarà dopo 30 anni di assenza in Italia il leggendario Max Capa, una delle firme più difficilmente inquadrabili del panorama italiano di fumetto indipendente che da anni si è eclissato (seppur ancora attivissimo) a Parigi. Se a Roma c’era Cannibale, a Milano nei ’70 c’erano Capa e Guarnaccia. E se di Guarnaccia si sanno molte cose, ed è una persona alla mano e molto presente anche nella scena attuale, di Max Capa invece si sa invece pochissimo. È quasi un personaggio mitologico, una specie di Syd Barrett, e vorrei che il suo grande ritorno a Milano in occasione di AFA avesse un certo rilievo. È grazie alle porte che ha aperto lui negli anni ’70 che poi sono nate tantissime esperienze successive, dal Professor Bad Trip al primo Happening, alla Topolin, a Puck, e a tutte le produzioni attuali e giovanissime. Ci sarà la sua prima personale, lui in persona e anche un incontro aperto al pubblico (sabato 6 maggio) a cui parteciperanno anche i suoi vecchi amici e compagni di viaggio come Matteo Guarnaccia, Enzo Jannuzzi, Marcello Baraghini di Stampa Alternativa, Dino Cataldo Meo (del collettivo Gatti Selvaggi) e Gianluca Umiliacchi» — invio, fiumi di LSD e ciao.

[cbtabs][cbtab title=”INFO”]AFA
Autoproduzioni Fichissime Andergraund

QUANDO: 5 — 7 maggio 2017
DOVE: Leoncavallo | via Antoine Watteau 7, Milano
INFO: faceboook[/cbtab][cbtab title=”MAPPA”]

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