C’è stato un tempo — più o meno agli inizi degli anni 2000 — in cui i cosiddetti designer toys erano sulla cresta dell’onda: le quotazioni di buffi personaggi in vinile arrivavano a cifre assurde, in tanti cominciavano a fare i collezionisti (o a definirsi tali dopo un paio di acquisti), aprivano online negozi specializzati, si facevano largo blog e magazine verticali dedicati interamente a quello, e in generale una fetta non trascurabile del mondo della grafica, dell’illustrazione, del product design e persino della pittura (nel territorio di confine che fu in quegli anni l’emersione dall’underground del fenomeno pop surrealism) ruotava attorno alla creazione di personaggi più o meno strampalati, più o meno goffi, più o meno divertenti.
Celebrato da un festival di portata mondiale come Pictoplasma, il character design, e cioè la progettazione dei personaggi, sconfinò dal mondo dell’animazione e del fumetto per raggiungere le tele appese ai muri, entrare nelle collezioni degli appassionati, diventare soprammobili. Soprammobili che poi, con l’affievolirsi dell’entusiasmo generale e il naturale susseguirsi delle mode, hanno cominciato a prender polvere.
E Dust Catcher — che significa appunto “prendi-polvere” — è il titolo di una nuova rivista specializzata in character design, che focalizza l’attenzione su illustratori e scultori, su marchi e toy designer, partendo proprio dal character design e provando a raccontarne la scena contemporanea, tra l’altro in sincronia perfetta col ritorno di Pictoplasma ai fasti degli anni passati, dopo un periodo di attività in tono minore.
Interamente realizzato dal designer tedesco Joe Leiner, Dust Catcher ha debuttato in questi giorni con il primo numero, che si acquista online.
