A Sabrina Morreale piace osservare e raccogliere, nella sua biografia scrive che conserva le cose, le colleziona perché questo l’aiuta a raccogliere i pensieri.
E poi: «Credo che il lavoro di un architetto, come quello di qualsiasi mente creativa, dovrebbe essere sempre in evoluzione. La bellezza è in procinto di pensare e poi fare. Dobbiamo affrontare diversi contesti e culture. Abbiamo bisogno di essere curiosi. Sono fermamente convinta che la routine non è solo il più grande nemico di arte, ma di noi stessi».
Semplice, dopo aver letto la sua bio e aver visto i suoi lavori, immaginarsela in costante movimento, come una pallina metallica di un flipper. Una pallina che si muove senza seguire una strategia nel campo, semplicemente superando ostacoli, con l’obiettivo di segnare più punti possibile…
Sabrina ha impiegato un intero anno per progettare e realizzare il flipper architettonico, che vedete nelle immagini. Tre i livelli: il primo livello è composto dai frammenti, in cui raccogliete quello che diventa parte della vostra collezione, il secondo livello è la terra, dove questi pezzi iniziano a formare un paesaggio, il terzo livello è quello dei ponti, con i quali si collegano questi paesaggi in uno unico e continuo, che contiene un piccolo mondo.







[via]