Sembra incredibile, oggi, pensare a una Polaroid senza collegarla immediatamente a hipster con la barba, occhiali dalla montatura spessa e bicchieroni di caffè lungo (è uno dei casi in cui un immaginario ha preso possesso in maniera così pervasiva delle nostre teste da avere il potere di invadere persino il passato).
Ma nel 1972 — quando uscì la mitica SX-70, che non fu la prima fotocamera a sviluppo istantaneo ma indubbiamente in quanto a compattezza, rapidità e comodità non aveva rivali — gli hipster per come li intendiamo oggi non esistevano ancora. Eppure il filmato commissionato dall’azienda americana per pubblicizzare questa vera e propria rivoluzione nel mondo della fotografia (e della produzione dei ricordi) potrebbe funzionare ancora oggi per quel tipo di pubblico, con la sua sapiente combinazione di spiegazioni tecniche, esempi di personaggi creativi al lavoro e marketing emozionale.
A realizzarla, dopotutto, furono due tra le più importanti “menti progettuali” del Novecento: designer, architetti, fotografi e — lato meno conosciuto della loro produzione — anche filmmaker: Charles & Ray Eames.
Fu soprattutto lei, Ray-Bernice Alexandra Kaiser Eames, l’anima cinematografica e documentaristica della coppia, che assieme realizzò più di 100 cortometraggi, tra cui appunto quello per Polaroid (strumenti di cui i due erano pure appassionati utilizzatori), che inizialmente venne proiettato per i soli azionisti dell’azienda e poi fu utilizzato come vera e propria pubblicità, con tanto di colonna sonora originale composta da un altro “mostro sacro” del XX Secolo, Elmer Bernstein — i temi musicali de I Dieci Comandamenti, I magnifici sette, Il buio oltre la siepe, The Blues Brothers, Ghostbuster sono i suoi.