Per me che scrivo con la mano “a testa di cigno” — dunque regolarmente sfregando via l’inchiostro e sbaffando lo sbaffabile (dovessero trovarmi cadavere con un bigliettino scritto a mano ma senza il classico alone blu sul taglio esterno della mano, quella sarebbe la prova di un omicidio camuffato da suicidio) — anche solo pensare di disegnare con una penna a sfera significherebbe, inevitabilmente, l’apoteosi del pastrocchio (e viva viva gli inchiostri che s’asciugano dopo un microsecondo).
Però c’è chi con la modesta, proletaria Bic — o le sue più meno celebri cugine — riesce a tirar fuori capolavori, utilizzando la penna in sé, o estraendone l’inchiostro per poi usarlo come fosse un acquerello o, ancora, utilizzando la biro assieme a tutta una serie di altri strumenti e colori.
Il giornalista Trent Morse, specializzato in arte contemporanea, ha pensato di dedicare a quest’umile medium quello che credo sia il primo libro in assoluto, Ballpoint Art, pubblicato in agosto dall’editore inglese Laurence King (qui il link Amazon).
Il volume di 176 pagine è diviso in due sezioni, Spazi e strutture e Creature e personaggi, è corredato da oltre 170 illustrazioni e raccoglie le opere di 30 artisti di tutto il mondo, tra cui due italiani: Angiola Gatti, conosciuta per le sue tele di grande formato fatte di trame e arzigogoli in blu, nero e rosso-penna a sfera, e Seb Patane, che invece per le sue opere utilizza un gran numero di strumenti tra cui, a volte, la biro.










