(foto via @MrMattWilley)

Le gambe delle newyorkesi

Secchette o cicciotte, dritte come due || o geometricamente più fantasiose, a X, seminascoste da gonne o strizzate dentro a leggings, calze, talvolta magari pure strappate, e persino tute di latex. Ai piedi sandali, ballerine, anfibi, zatteroni, tacchi vertiginosi, stivali o aggeggi superborchiati degni di un fumetto cyberpunk.
Le gambe delle newyorkesi sono come tutte le altre gambe e se non ci fosse scritto da qualche parte che sono appunto di New York, solo i più attenti osservatori di moda e costume potrebbero distinguerle da quelle — chessò — di Londra o di Toronto o di Parigi.

Senza “il pezzo di sopra”, tutelando quindi privacy, pudore e (eventualmente) senso del ridicolo di chi se le porta a spasso ogni giorno, quelle gambe sembrano non avere neanche bisogno del resto del corpo (senza per questo, però, trasformarsi in semplici “oggetti”) e in qualche modo raccontano quel che non si vede, lasciando immaginare il volto, i capelli, il trucco, il busto, le braccia, la parte superiore dell’outfit ma anche la personalità, l’età, il tipo di vita.

(foto via @MrMattWilley)
(foto via @MrMattWilley)

Sono tre anni che Stacey Baker, photo editor al New York Times Magazine, scatta foto di gambe (qua trovi un’intervista realizzata circa un anno dopo l’inizio del progetto), raccogliendole su un profilo Instagram che ha quasi 80.000 follower e che spesso attira anche dei gran figli di p troll che non hanno di meglio da fare che criticare gusti ed estetica dei soggetti, nella maggior parte dei casi scovati nella zona attorno alla redazione della rivista in cui lavora la Baker.

Ora parte di quelle foto saranno raccolte in un libro, in uscita il prossimo settembre per i tipi di Kehrer Verlag e intitolato New York Legs.
Il libro, il cui progetto grafico è a cura di Matt Wiley, art director sempre al New York Times Magazine, si può già pre-acquistare su Amazon.

(foto via @MrMattWilley)
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