Dea Curić, in arte Madama Dea, la conosco da anni. E da anni mi sorprendo della sua capacità di mettere di buon umore praticamente chiunque, amici e sconosciuti, anche con la sua semplice presenza. Non l’ho mai misurato il suo “raggio d’azione” ma avendola vista perlopiù durante fiere come Pitti Uomo, a Firenze, e White, a Milano, quindi con intere masse umane a disposizione di un eventuale “geometra dell’aura”, a occhio posso azzardare un 20/25m, il che significa una sfera di gioia (ma il termine giusto è un altro: ebbrezza) di 50m di diametro che l’accompagna sempre e che, se la luce è nell’angolazione giusta, ti pare pure di poterla scorgere: un affare traslucido di un colore difficile da definire, tra il rosa e l’oro.
Dea, che una volta ti sembra uscita dagli anni ’50 e quella dopo invece arriva dagli anni ’20, poi di nuovo torna ai ’50, oltre ad euforizzare il prossimo fa tante altre cose. Tipo la docente allo IED di Milano, l’art director di una rivista erotica, nonché l’illustratrice e la textile designer.
Proprio in queste due ultime vesti (o “svesti”, visto che come si è capito Dea ha una passione per la rappresentazione dell’eros, soprattutto quella vintage, dei primi del ‘900), Madama Dea realizza piccole collezioni di foulard e pochette in edizione limitata e dai motivi piuttosto piccanti.
Gli ultimi pezzi, ispirati ai boudoir francesi degli anni ’20 e ’30 e interamente disegnati a mano, sono accompagnati anche da un’altrettanto effervescente campagna (vedi foto sotto) e si possono acquistare online su MonPassage assieme a tutti gli altri prodotti realizzati da Ms. Curić — che tra l’altro consiglio vivamente di seguire su Instagram, sai mai che l’aura rosa-dorata possa funzionare anche lì.
Per le immagini della campagna:
foto Dennison Bertram
modelli Jamie Steele, Tina Topago
hair & makeup Cristina Rossi