Di MC1R ho parlato fin dall’uscita, circa un anno fa, del primo numero in inglese (che in realtà era il secondo perché il primo-primo era solo in tedesco).
Da allora è stata una crescita continua per questa rivista realizzata da e pensata per chi “soffre” di rutilismo, per chi cioè porta con sé fin dalla nascita tutti quei segni di cui è responsabile una mutazione del cromosoma 16—mutazione che nello specifico si verifica nella regione denominata con la sigla MC1R, che è poi quella che dà il nome al magazine—e cioè lentiggini, pelle sensibile, capelli rossi o ramati e, spesso anche se non sempre, occhi chiari.
Che si tratti di arte o di design, di moda o di fotografia, cultura o di personaggi, tutti coloro che incontri nelle pagine della rivista hanno i capelli rossi—o i peli, tipo l’ascella illustrata che campeggia sulla splendida copertina (la migliore in assoluto tra quelle prodotte finora) dell’ultimo numero, il quarto, uscito proprio in questi giorni.
Tanti i protagonisti, intenti a raccontare, a mostrarsi, a essere intervistati dalla redazione (pure questa rossa) di MC1R.