Avendo passato la mia brevissima carriera universitaria perlopiù chiuso in casa in preda alla depressione, spegnendo una canna dopo l’altra nel posacenere, affittando cd di jazz ed elettronica da duplicare e ascoltare, e standomene sveglio fino alle cinque del mattino a guardare vecchi film introdotti da un Enrico Ghezzi fuori sincrono (confermando, mio malgrado, le idee di quelli che parlano del DAMS come di una “università parcheggio”), totalmente ignaro su cosa farmene della mia vita ma altrettanto convinto di non essere sulla strada che porta alla serenità, sono piuttosto sensibile ed empatico verso il mal de vivre studentesco, che ritrovo pure negli sguardi dei miei studenti, compresi quelli che hanno la forza e la cocciutaggine di “macinare” un esame dopo l’altro, riuscendo, non so come (bravi voi, ragazzi, dovreste insegnarmi come si fa), a zittire quegli interrogativi, a volte assurdi ma sempre tremendamente seri, capaci di farti scivolare giù dal baratro in cui passeggi con l’abilità di un equilibrista.
Poi, come ho avuto modo di scoprire, basta una scintilla. Qualcosa—che puoi cercare per anni senza trovarlo mai e che poi arriva per caso—che (ri)accenda il fuoco (fuoco che, ti accorgi in seguito, va comunque sempre alimentato). La posta in gioco è altissima: vivere vs. lasciarsi vivere.
Anche Xaver Xylophon, illustratore e animatore tedesco (a cui invidio tantissimo il cognome), ha vissuto momenti del genere. Li racconta, con amarezza e tantissimo talento, in un cortometraggio d’animazione che ha realizzato durante gli studi e ha sviluppato come progetto di laurea.
Roadtrip, questo il titolo, è una storia autobiografica, disegnata interamente a mano, e ambientata perlopiù sopra una moto (la fuga come ricerca dell’innesco per il fuoco di cui parlavo prima) e in una cameretta di Berlino, città in cui l’artista vive e lavora.
Presentato e premiato in svariati festival in giro per il mondo — tra cui il Milano Film Festival — Roadtrip è stato inserito (meritatamente) tra gli Staff Picks di Vimeo e segnalato come uno dei lavori d’animazione più interessanti.